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ghirlande_1.JPGbonassi_1.JPGbonassi_2.JPGlaura_traini.JPGL’Abruzzo è una regione ricca di specialità e di luoghi originali. Come sempre, va detto, la promozione è l’unico cruccio negativo della nostra terra: facciamo tanto, sicuramente di più di tante altre regioni d’Italia, ma lo pubblicizziamo poco e male. Chi lo ha detto che l’arte culinaria della nostra terra non può colloquiare con l’arte nel senso più ampio del termine? A Pineto, in Via D’Annunzio, la via centrale del paese, trovate un locale “Bonassì” che non fa solo semplici aperitivi, come qualcuno potrebbe dire in maniera riduttiva. L’area, che alle spalle ha lo storico condominio Sanpà e che occupa la sede di una altrettanto storica gelateria del corso di Pineto, è un luogo di cultura culinaria ed associativa. Ma facciamocelo spiegare da Laura Traini, conosciutissimo assessore della passata amministrazione e donna devota a Pineto ed all’ambientalismo, che tre anni oramai ha creato e gestisce questo locale unitamente ad altri due soci.
“Bonassì” ci spiega Laura “nasce nel 2019, con l’obiettivo di valorizzare le produzioni enogastronomiche di qualità della nostra regione. Tutto ciò che si mangia e si beve da noi, infatti, è abruzzese! Abbiamo selezionato con cura le nostre aziende fornitrici, e continuiamo a farlo, prediligendo prodotti biologici, che non fanno uso di conservanti e che, oltre che buoni, siano i più genuini possibili”. Ma non basta questo per descrivere la particolarità di questo luogo d’incontro (più che locale). “Fin dall’inizio”, prosegue Laura “abbiamo voluto che Bonassì fosse un luogo in cui, oltre che mangiare cose buone, si potessero anche vivere esperienze belle. Per due anni, a causa della pandemia, non abbiamo potuto fare eventi. Quest’anno, finalmente, abbiamo potuto riprendere. Ci piace creare momenti che siano anche un’occasione di crescita culturale e spirituale, attraverso laboratori per adulti e bambini, presentazione di libri, aperitivi tematici o condivisione di esperienze”. Nella Bistròbottega sono stati realizzati laboratori per realizzare la ghirlanda natalizia, laboratori di disegno libero realizzando un soggetto dal vivo e tanto altro. Laboratori che coinvolgono ogni fascia di età: dai bimbi delle scuole elementari, alle cosiddette volpi grigie. Tutto ciò sorseggiando infusi tradizionali ed oramai passati nel dimenticatoio (come l’infuso del tatuaggio, quello del solstizio, infuso alla malva, al melograno, ananas e cetriolo e tanto altro di particolare ed a volte introvabile) e mangiando le vere bontà della nostra terra. Credo che questa sia una risposta chiara a chi mediaticamente, con la spinta di alcuni componenti della Confesercenti locale, continua a descrivere Pineto come città morta. Nel paese il caro affitti ed il vertiginoso calo di presenze turistiche d’albergo non rendono certo giustizia a chi, come Bonassì e tantissimi altri, quotidianamente si impegnano per risollevare il settore commerciale, ma da questo a considerare il paese morto ce ne passa diciamo. Va forse stimolata la popolazione a non fuggire dal paese, per approdare magari nei centri vicini in locali (super propagandati) che magari offrono servizi qualitativamente più bassi ed a volte meno originali.

Mauro Di Concetto