• MCDONALDS
×

Avviso

Non ci sono cétégorie

SupramxQuella che chiamiamo Vita, sia chiaro, è la più grossa occasione offerta all'essere umano, ma è pur vero che alla Vita giungiamo in un pianto: dentro un pianto abbiamo conquistato il nostro primo alito, e nel ricordo di quel pianto prendiamo a vivere.

Quindi solo agli occhi di uno Stolto la Vita è bella. Lo Stolto è colui che vive e si misura unicamente con il proprio sé, che è bene accomodato nella sua casetta ordinata e perfettamente riscaldata, che non ha alcuna conoscenza dell'altro, che magari la casa a fianco è scomoda e fredda.

Basta guardare alla Croce per capire l'identità di questo Stolto: cosa c'è di bello nella Vita terrestre di Cristo? Nulla! Cosa c'è dibello nella parola terrena di Cristo? Nulla! Quale speranza c'è nel dettato evangelico per questa Vita bella? Nessuna! Tutto, nella Promessa, ci dice l'esatto contrario: la Vita, questa grossa occasione di atterraggio tra gli uomini, è una opportunità tanto importante quanto difficile, che si fa misura di ogni esistenza.

È un passaggio durissimo questa esistenza: tremò anche Cristo di questa esistenza: bestemmiò anche Cristo di questa esistenza.

Si smetta allora di parlare di gesto volontario quando si tratta di suicidio, perché non è morto mai nessuno di suicidio ma tutti i suicidi sono morti di depressione, perché quando si giunge a quel gesto la persona non c'è più giacché è già morta lentamente, nascostamente, da tempo; si è perduta molto tempo prima smarrendo la sua stessa natura, il suo istinto di sopravvivenza e di conservazione per cui la persona in sé è portata a fare ben altro, perché la persona in sé, sana, è portata a fare massacri, a ingaggiare guerre pur di difendere sé stesso, i propri cari, la proprietà, la Nazione, l'ideologia, la fede,non certo a uccidersi; quindi non si può avere la presunzione di rappresentare alcuna volontà nel suicidio perché il soggetto, la persona, è esteticamente eticamente e moralmente assente nell’azione, perché manca il pensiero lucido, che è sede dell’anima, anima che si ammala dell’attrito con la materia a partire dal suo proprio corpo-contenitore: è qui che comincia la depressione, La Malattia: inizia tutto nell’inconscio rifiuto di costringere anima e corpo, e questo conflitto primordiale ha sempre una origine traumatica, un fatto che, lentamente, ammala la coscienza fino a maturare un costante desiderio di morte.

Allora questo suicidio – termine che è evidente frutto di una errata concezione dell'umano, divenuto orribile e stigmatizzante convenzione linguistica – lo si rinomini soupramorte o callo, vale a dire come di qualcosa che copra e scopra il già avvenuto e la fase terminale di una gravissima malattia.

Sarebbe forse assai più utile concentrare le ricerche scientifiche nell'individuare quali sono le reazioni chimiche – perché non siamo altro che un grosso laboratorio chimico vivente – che determinano le azioni di questo istinto di sopravvivenza e di conservazione che porta l'uomo a compiere massacri non certo a uccidersi, allo scopo di isolare, sintetizzare questa probabile molecola da ridare al depresso, che la va perdendo fino allo smarrimento.

La Vita è bella solo agli occhi dello Stolto.

La Vita non è né bella né brutta ma una esperienza assai più complessa del bello e del brutto.

MASSIMO RIDOLFI

Ph.:Allegoria della creazione del cosmoDomenicusvanWijnen(1658-1700), XVII sec., olio su tela.