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TUNNEL_ALLAGATO.JPG

ROSETO.JPGBUSTE_AI_PIEDI.JPGIl tunnel di collegamento ai binari della stazione di Roseto stamattina era una piscina d’acqua. Una delle pompe di sollevamento acque bianche, infatti, è nuovamente andata in tilt costringendo i pendolari ad imbustare i piedi e attraversare il guado. Grazie alle segnalazioni di alcuni pendolari infuriati, l’amministrazione comunale si è mossa per sollecitare l’intervento manutentivo delle ferrovie (proprietarie dell’area). Va detto che Roseto, contrariamente a Pineto, Giulianova ed altri centri del rivierasco teramano, ha la stazione ancora in attesa dell’abbattimento delle barriere architettoniche. Si torna dunque a parlare dei mille problemi che si creano quotidianamente nelle stazioni ferroviarie della provincia di Teramo. Non molto tempo fa cercammo invano di sensibilizzare comuni, provincia e la RFI (la società che gestisce la linea ferroviaria) sul grave problema che vive l’intera linea che collega Giulianova a Teramo: un solo binario dalla costa alla città capoluogo e stazioni assolutamente non a norma con barriere architettoniche che impediscono a disabili, mamme con carrozzini o semplici ciclisti di poter fruire del servizio, non essendo presenti scivoli, montascale o ascensori. Una situazione direi imbarazzante, dato che da anni le amministrazioni comunali avrebbero dovuto presentare i progetti di riqualificazione delle stazioni ferroviarie e della linea ferrata. La RFI sta infatti realizzando un programma pluriennale di interventi di restyling e adeguamenti strutturali e tecnologici, mirati a favorire la fruizione quanto più possibile in autonomia degli spazi e dei servizi da parte dei viaggiatori con disabilità o a mobilità ridotta. Tutte le nuove stazioni, invece, vengono progettate e realizzate fin dall'inizio in conformità alle norme nazionali ed europee, aderenti a standard condivisi su tutta la rete transeuropea e mirati ad assicurare le migliori condizioni di accesso ai treni. Tali standard sono definiti dalle Specifiche Tecniche per l’Interoperabilità (STI) del sistema ferroviario UE, relative sia all’accessibilità per le persone con disabilità e a mobilità ridotta (1300/2014/UE), sia al sottosistema «infrastruttura» (Reg 1299/2014/UE). Tra gli interventi in progressiva realizzazione nelle stazioni della rete sono inclusi: l'innalzamento dei marciapiedi di binario da 25 cm a 55 cm sul piano del ferro (per permettere l’accesso a raso ai treni e consentire alle persone con disabilità motoria su sedia a ruote di muoversi in modo il più possibile autonomo), l'installazione di ascensori e rampe fisse, per consentire l’accessibilità ai binari e abbattere le barriere architettoniche, l'installazione di scale mobili e tappeti mobili per migliorare la mobilità all’interno delle stazioni, la creazione di percorsi tattili e la collocazione di mappe tattili per persone con disabilità visiva, l'adeguamento di sportelli di biglietteria e di servizi igienici pubblici e accessibili, l’installazione di monitor e diffusori sonori per le informazioni in tempo reale di arrivo e partenza dei treni. Certo, leggendo tutto questo, eccezion fatta per Pineto, Giulianova (in corso d’opera), la frazione Scerne di Pineto e l’ultimissima stazione di Martinsicuro, le altre sono anni luce indietro. Roseto, oltre al recente problema dell’acqua nei sottopassi, non ha praticamente ancora nulla di quanto già realizzato nei vicini comuni. Questo perché si è tardato a realizzare i progetti ed oggi i pendolari ne pagano le conseguenze. Come si può immaginare di avere Teramo, la città capoluogo, collegata alla linea veloce della costa con un unico e malridotto binario? La linea è stracolma di passaggi a livello ad alta intensità di traffico anche pesante. Zero ascensori, zero montascale ed illuminazione fioca (quasi cimiteriale). Non di rado accade che il traffico nella linea si blocca per un treno in avaria o un passaggio a livello bloccato. Si ricorda che la linea Giulianova Teramo ha stazioni impresenziate mosse meccanicamente.

Mauro Di Concetto