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Tif3Da oggi, quando canticchieremo “Il fuoco sulla collina” di Ivan Graziani ci verrà la voglia di dire “Il tifo sulla collina”. Perché su quella collina, come avevo immaginato e sognato e come avevo scritto, oggi i tifosi teramani hanno scritto la più bella pagina della storia del calcio teramano. Vedere quelle bandiere sventolanti dietro la curva destinata agli ospiti sull’impianto di Piano d’Accio, sentire i loro cori di incoraggiamento alla squadra e di esecrazione del responsabile di un grave delitto sportivo, vedere i giocatori in maglia biancorossa salire sulla gradinata di quella curva agli ospiti destinata, ma vuota, e congiungersi idealmente con quei tifosi è stato uno spettacolo commovente, da indurre quasi al pianto. La più bella pagina della storia del calcio teramano, dicevo, che qualche disertore al contrario – i presenti che non hanno capito che oggi la presenza era un’assenza e l’assenza una presenza – ha creduto bene di non contribuire a scrivere. Non ci diranno il numero degli spettatori paganti, perché tanti sono stati coloro entrati senza pagare e perché i dirigenti della squadra ospitante non vogliono farci sapere quanto dovranno mettere di tasca loro per raggiungere la somma da dare, o forse già data, al gestore dell’impianto, che alcune foto scattate proprio oggi ci hanno dimostrato essere non perfettamente manetenuto e già avviato ad un inaccettabile degrado. Ma ora, girata la pagina di storia, la più bella, ne dobbiamo scrivere un’altra. Dobbiamo riprenderci l’impianto di Piano d’Accio, e quando dico noi, dico noi teramani, noi cittadini teramani. Dobbiamo riprendercelo e consegnarlo, finalmente, a chi ne è il legittimo proprietario, anche se finora non si è fatto nulla per riconoscerlo come tale: la più alta espressione del calcio cittadino teramano, che in questo momento è la SSD Città di Teramo.
Chiamo a raccolta tutti gli avvocati di Teramo, anzi no, di tutto l’Abruzzo, dico meglio, di tutta Italia, d’Europa, del Mondo, invitandoli a porsi a consiglio e a consulto per trovare un modo, un cavillo, una scucitura, una norma, un’eccezione, un comma di cui avvalersi per poter togliere la gestione all’attuale gestore. Chiamo a raccolta tutti i diavoli dell’Inferno, a partire da quelli dei sette vizi capitali, Lucifero che rappresenta la superbia, Satana che rappresenta l'ira, Mammone che rappresenta l'avarizia, Asmodeo che rappresenta la lussuria, Belzebù che rappresenta la gola, Leviatano che rappresenta l'invidia, Belfagor che rappresenta l'accidia, ma anche tutti gli altri: Aamon, Abaddon, Abalam, Abrahel e tutti gli altri che cominciano con la lettera A e poi tutti quelli che cominciano con la lettera B, a partire da Baal, Bahel, Bagat e con tutte le altre lettere dell’alfabeto Li chiamo a raccolta perché in una larga a partecipata riunione diano vita ad un loro rito propiziatorio capace di strappare il maltolto al maltoglitore, a colui che promise il paradiso e poi diede l’inferno, a colui che mancò a tutte le promesse, come il peggiore degli spergiuri. Chiamo a raccolta tutte le streghe che nel corso dei secoli hanno frequentato i roghi dove molte di loro sono morte ma molte altre si sono salvate, le chiamo a raccolta perché nel più grande sabba mai organizzato diano vita al sortilegio capace di togliere ciò che non merita di avere a chi non merita di averlo.
Chiamo a raccolta tutti i sindaci d’Italia, i più coraggiosi di tutti e ce ne saranno certamente molti più coraggiosi del sindaco di Teramo, affinché lo consiglino, ma soprattutto gli trasmettano almeno una parte del loro coraggio – che uno da solo non se lo può dare come diceva Don Abbondio - e affrontare la questione dell’impianto di Piano d’Accio tentando di strapparlo e toglierlo all’usurpatore. Non c’è arbitrato che tenga e basta con i temporeggiatori. Il toro va finalmente preso per le corna e atterrato, basta con le banderillas e le mulete, adesso occorre l’espada per matare il cornuto animale e lasciarlo esanime nell’arena. È giunto il momento che il calcio teramano giochi nel proprio impianto quando gioca in casa e non sia costretto a disertare il “proprio” campo di gioco quando qualcuno lo chiama a giocarci come ospite. I tifosi teramani oggi su quella collina hanno decretato la propria Fatwa e ad essa si darà esecuzione, senza rimpianti, senza appelli, senza ripensamenti.
Un dubbio ci resterà. Che trasformeremo in interrogativo. Non è naturale che un gestore, un gestore qualsiasi, di qualsiasi gestione si tratti, che acquisisce qualcosa in gestione, versi tutta la somma dovuta al gestore precedente a cui è succeduto acquisendo la nuova gestione?


Elso Simone Serpentini

corrosivo