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REDDITOCITTADINANZASITO

Da agosto oltre 17mila e 600 abruzzesi non percepiranno più il Reddito di cittadinanza che li aiuta ad andare avanti. La revoca di questa misura, per questi abruzzesi, può scatenare un vero e proprio dramma sociale. “Secondo un principio che fa riferimento esclusivamente al fatto che abbiano meno di 60 anni, sono considerate occupabili. Occupabili nonostante i tanti tentativi fatti e le tante risposte negative ricevute in questi anni: nessuno offre un'opportunità lavorativa a chi abbia più di 50 anni, in particolare se donna”. La denuncia arriva da Carmine Ranieri, Segretario Generale CGIL Abruzzo Molise e Mirco D'Ignazio, Coordinatore regionale INCA CGIL Abruzzo Molise che in una nota scrivono: “A non offrire opportunità, in primis, è quel sistema pubblico di collocamento che dovrebbe mettere in contatto domanda ed offerta di lavoro. Un sistema che invece si limita ad acquisire la disponibilità di chi vorrebbe lavorare ma che un lavoro non lo trova. Nel mese di ottobre, in Abruzzo, erano 38.249 le persone che vivevano in nuclei familiari che hanno percepito il Reddito di Cittadinanza, complessivamente 19.254 famiglie. Un sostegno che mediamente valeva 549 euro e che si stima, da agosto, verrà meno per il 46% di queste. La revoca di questa misura può trasformarsi in dramma sociale. Se si allarga lo sguardo a tutte le 31.614 famiglie che nel 2022 in regione hanno percepito almeno una mensilità di RdC, per un totale di 62.561 persone coinvolte, si capisce quanto rischioso sia lasciare senza sostegni coloro che sono ad un passo dall'indigenza. Se non si inverte questa tendenza e non si cambia quanto previsto nella legge di bilancio, povertà, disoccupazione ed esclusione sociale rischiano di diventare i drammi dell'anno appena iniziato"