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diego di bonaventura

"Vi affido una busta chiusa con dentro il nome del mio successore...Datemi due giorni di tempo e vi dirò la mia!" La butta come sempre sul ridere l'ormai "ex" presidente della Provincia di Teramo, Diego Di Bonaventura, nel tentare un pronostico su quale dei tre sindaci candidato prenderà il suo posto in via Milli il 29 gennaio. "Sono tre validissimi amministratori, validissimi sindaci e sono certo che, chiunque arriverà a guidare la Provincia, sarà capace e attento alle istanze dei territori". Ma nel rivolgere il suo in bocca al lupo al futuro Presidente, non risparmia un commento su un Centrodestra che si è spaccato sul fronte-Provincia tra Massimo Vagnoni e Domenico Piccioni: "Beh, c'è sempre qualcuno che arriva da fuori e pretende per forza di dire qualcosa...ci sta. Ma va bene, in Politica siamo abituati a tutto" dice Diego Di Bonaventura, richiamandosi neanche troppo indirettamente alla nota congiunta di sostegno alla candidatura a presidente di Massimo Vagnoni, a firma dei referenti extra moenia di Lega e Forza Italia. Ma che Provincia lascia ai tre papabili successori? "Sicuramente una Provincia raccolta in condizioni disgregate e che ora vanta lavori su lavori, progetti in cui pochi credevano e che invece siamo riusciti a portare avanti con tanto di finanziamenti e nuove programmazioni per migliorare sempre di più i collegamenti interni del nostro bellissimo territorio". E se dovesse darsi un voto, non si risparmia "un 7+" prima di ammettere, per l'ennesima volta, "che il mio più grande rammarico resta quando accaduto ai Prati di Tivo, sono certo che in primavera si sbloccherà questa boutade giuridico-amministrativa che ha fatto solo perdere tempo prezioso alla nostra montagna".