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Torna il Comitato Cittadino per la difesa della salute e del territorio a polemizzare sull’immobilismo politico sugli impianti di smaltimento rifiuti posti in mezzo al centro abitato della frazione Torre San Rocco di Pineto.
“Nelle attività dove si lavorano rifiuti all'aperto”, scrivono nel loro ultimo post denuncia “le piogge intense, dilavano i rifiuti stoccati creando una sostanza pericolosissima chiamata percolato. Infatti, queste attività vengono autorizzate solamente se sotto di esse viene costruito un pavimento impermeabile e un efficace sistema di raccolta di questi liquami. Ciò in effetti è avvenuto ma solamente dopo nostro esposto in procura documentato da foto che evidenziavano gli sversamenti dei liquami in strada e poi sulla campagna. Non è certo però che ciò sia sufficiente in quanto tecnicamente rimane difficile tenere pulite tubature e feritoie di raccolta sotto un disordinato mucchio di plastiche vaganti. Per ulteriore sicurezza le aziende vengono obbligate a costruire dei pozzi piezometrici di verifica per eventuali prelievi. Questo in normali condizioni, ma in caso di alluvione? Se si verificasse un allagamento? Gli eventi estremi ormai si verificano di frequente e siamo in zona definita dal PAI a rischio idraulico 2. Per questo la legge impone che in nessun caso queste lavorazioni vengano fatte in prossimità di acquedotti”. Nel caso degli impianti di Torre San Rocco, come precisa il comitato, ben due impianti che lavorano anche rifiuti pericolosi, sono posti a soli 300 metri dai pozzi di prelievo dell’acqua potabile, esattamente a monte della linea di falda, così che in caso di sversamenti accidentali o anche di fughe occulte, in pochi giorni si avrebbe l'acqua a rischio inquinamento. “Sperando che ciò non avvenga già a nostra insaputa”, precisano nel comunicato “sapete dove sono i piezometrici di controllo? Ma naturalmente a monte degli stabilimenti. Per concludere: ma un qualsiasi ente, se informato correttamente, autorizzerebbe due impianti di rifiuti in quel posto? Certo che no, ma qui si va avanti ad autodichiarazioni e quando si compilano, basta omettere, tanto chi mai se ne accorgerà, i responsabili sono chiusi in ufficio e il territorio non lo conoscono. Questa è una delle tante ragioni per cui è nato questo comitato, difendere la salute e il territorio”. Che la falda superficiale scorra a soli 5 metri in basso e in direzione ovest verso est lo dichiarano perfino i gestori degli impianti nei loro studi tecnici, omettendo però di segnalare che a soli 300 metri più in giù si preleva l'acqua potabile per tutta la costa teramana. La giunta, come tutta la politica locale, silenziosamente tace su questo delicato argomento, che domani potrebbe far balzare Pineto al centro della cronaca. Intanto il comitato cittadino si rafforza sempre più di adesioni e non sono escluse nuove denunce in procura o manifestazioni pubbliche dinanzi agli impianti di smaltimento.

Mauro Di Concetto