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cantiere jpgCon il dato di dicembre, si chiude un 2022 da record, che ha visto quasi triplicare, rispetto all’anno precedente, gli interventi sostenuti dal Superbonus, passati da circa 96 mila del 2021 a 264 mila del 2022, con oltre 62 miliardi di investimenti ammessi a detrazione, rispetto ai 16 registrati nel 2021. In Abruzzo, gli interventi sostenuti dal Superbonus, sono passati da 2.500 del 2021 ai 7.500 del 2022 (+300%) con più di 2 miliardi di euro di investimenti ammessi a detrazione, a fronte dei 554 milioni registrati nel 2021. Guardando alla tipologia di edificio, si osserva che la maggior parte degli interventi continua a riguardare gli edifici unifamiliari (58,0%) e le unità immobiliari indipendenti (28,6%). I condomini, infine rappresentano il 13,4% del totale degli interventi. Per quanto riguarda il livello di utilizzo, l’Abruzzo si attesta al 12,01%, al pari di alcune regioni del Centro-Sud come il Molise (12,24%), e la Sardegna (11,7), mentre quasi tutte le regioni del Nord si aggirano in area 8-9%. Questa mole di lavori ha inciso in maniera determinante sul PIL con evidenza nella ripresa dell’economia post covid: il Superbonus 110%, unito al meccanismo di cessione del credito, ha fatto registrare il più 6,6 per cento del PIL nel 2021, con quattro punti che sono merito dell’edilizia con i settori collegati! Come si legge nel Report dell’Istat di dicembre scorso, il Pil italiano è stimato a crescere a ritmi ancora sostenuti nel 2022 (+3,9%) per poi rallentare significativamente nel 2023 (+0,4%) : un andamento che, non a caso, segue la dinamica degli effetti degli incentivi fiscali destinati ad esaurirsi, di fatto, nel 2023. La crescita risulta trainata dalla domanda interna, soprattutto nella parte degli investimenti (+10% per il 2022) e tra i settori produttivi spicca l’importante contributo fornito dalle costruzioni, che hanno svolto un ruolo trainante per l’economia italiana, grazie, soprattutto, alla buona performance degli investimenti privati in edilizia, legati agli incentivi fiscali dei bonus ordinari e del Superbonus. Al fine di non vanificare gli importanti risultati del Superbonus 110%, ora è urgentissimo trovare una soluzione che garantisca lo sblocco immediato della cessione dei crediti fiscali altrimenti il paradosso attuale, di cassetti fiscali pieni e zero liquidità per le imprese che hanno realizzato i lavori deflagrerà, con conseguenze nefaste in termini sociali, oltre che strettamente economici. La situazione ormai è insostenibile: in Regione, ci sono almeno 500 imprese coinvolte nella crisi per circa 800 milioni di crediti incagliati, 5 mila lavoratori a rischio di licenziamento, che salgono a 6 mila con l’indotto. Mille cantieri esposti ed almeno 3 mila famiglie coinvolte, loro malgrado, in una situazione di incertezza normativa e procedurale tale da innescare contenziosi senza fine, con aumento del rischio di fallimento per le imprese e di perdita degli appartamenti per i condomini. A queste condizioni, inoltre, il superbonus, è diventato un ulteriore ostacolo anche per la ricostruzione post sisma, mentre era stato introdotto quale volano per far partire gli interventi. Le prime soluzioni Seppur in attesa di adeguate soluzioni di livello nazionale, ci siamo attivati anche a livello regionale per impostare un coinvolgimento degli enti locali, la Regione in primis, in modo da contribuire a sbloccare il mercato della cessione dei crediti con una risposta sociale prima ancora che strettamente economica. In tal senso, già si rilevano le prime buone pratiche attivate, a partire dalla Provincia di Treviso che, per prima, ha varato una operazione finanziaria per comprare i crediti di imposta derivanti dal superbonus ed altri bonus edilizi, da utilizzare in compensazione diretta dei propri oneri fiscali nel corso dei prossimi anni. Anche le Regioni Sardegna e Piemonte sono intervenute con analoghi provvedimenti legislativi dell’ultima ora e la Basilicata risulta in fase di studio avanzato. La soluzione Abruzzo Per quanto ci riguarda, dopo una attenta fase di studio, avviata sin dal mese di novembre, con approfondimenti e confronti di livello tecnico e politico, abbiamo chiesto con forza l’intervento della Regione Abruzzo, per mettere a punto una procedura che, secondo la consistenza della capacità di compensazione annua mediante modello F24, convenzioni l’acquisto dalle banche di crediti d’imposta da usare poi in compensazione dei pagamenti di Irpef, contributi previdenziali dei dipendenti, iva, Irap e collaborazioni esterne, che la Regione ha in capo direttamente, o da parte di società partecipate. Ne abbiamo discusso in una riunione alla quale hanno partecipato i vertici politici e tecnici della Regione Abruzzo, su coordinamento del Sen. Guido Q. Liris, quale assessore uscente al Bilancio e per l’interlocuzione in corso con il MEF. Sono intervenuti, tra gli altri, il Sen. Etel Sigismondi, il Presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, gli Assessori Mario Quaglieri e Nicola Campitelli, il direttore generale della Regione Abruzzo, Antonio Sorgi, il Dirigente del Servizio Bilancio- Ragioneria della Regione Fabrizio Giannangeli. Tutti gli intervenuti hanno mostrato sensibilità e disponibilità per contribuire alla risoluzione dei problemi sul blocco delle cessioni ed hanno ascoltato con molta attenzione la proposta di Banca Intesa, presente in riunione con dirigenti e con il Direttore Generale Abruzzo e Lazio Roberto Gabrielli. Dal confronto, è emersa la disponibilità della Regione Abruzzo ad intervenire, il Presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, ha confermato che risulta pronta una legge specifica da portare in Aula, si è in attesa di un ulteriore confronto con il MEF sul tema della sua sostenibilità, come sollecitato dal Governatore Marsilio e dal Sen. Liris. La strada da percorrere a livello territoriale ha preso forma: ora si stratta di ufficializzarla, con tempestività, in modo da far ripartire velocemente il mercato della cessione dei crediti per i quali sono stati acquisiti i visti di conformità, le asseverazioni e le attestazioni previste dal Decreto Antifrode, in modo tale da neutralizzare lo spauracchio della responsabilità penale. Si tratta di una soluzione a costo zero, che consentirebbe di liberare le banche dai crediti acquisiti, ripristinando la loro capienza e consentendo loro di acquisire nuovi crediti dalle aziende della Regione Abruzzo. Dal lato dell’ente pubblico, questa procedura ha il vantaggio di far recuperare una percentuale sulle operazioni di cessione. L’acquisto dei crediti fiscali da parte della Regione, delle sue partecipate e degli enti locali potrebbe avere una ricaduta super positiva sul mondo imprenditoriale, dei privati cittadini e dell’intero sistema economico regionale con una capacità totale di oltre 1 miliardo in 4 anni. La cessione a soggetti terzi rappresenta una condizione necessaria per la riapertura del mercato di crediti d’imposta avendo le banche, in molti casi, già saturato la propria capacità di utilizzo dei crediti fiscali. Il tempo stringe ma siamo ancora fiduciosi di poter trovare una soluzione in spirito di leale collaborazione con le istituzioni su interventi utili, e tempestivi, per scongiurare il fermo dei cantieri e salvare imprese, lavoratori e famiglie da un effetto domino che già si è pericolosamente attivato