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Domani alle ore 10.00 nel giardino del piazzale interno del Comando Provinciale Carabinieri di Teramo, verrà messa a dimora una talea “dell’Albero Falcone”, duplicata  dall’albero di “ficus macrophillacolumnarismagnoleides” presente davanti alla casa palermitana del Giudice Giovanni Falcone e della moglie, anche lei Magistrato, Francesca Morvillo, uccisi alla mafia nell’attentato di Capaci ove trovarono la morte anche gli agenti di scorta Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro. Tale albero dal significato fortemente simbolico costituisce un monumento civile, luogo di memoria e monito per il futuro. Il suo tronco è continuamente ricoperto di lettere, fotografie, bandiere, lasciati come ex-voto laici in segno di affetto e riconoscenza nei confronti di chi ha sacrificato la propria vita per combattere la mafia.

“L’Albero Falcone” è il cardine di “un albero per il futuro”, progetto di educazione alla legalità ambientale promosso dall’allora Ministero della Transizione Ecologica, oggi denominato Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica. Grazie alla collaborazione tra l’Arma dei Carabinieri, la ”Fondazione Falcone”, il Comune e la Soprintendenza per i beni Culturali e Ambientali di Palermo, alcune gemme del ficus, sono state prelevate dai Carabinieri Forestali  e duplicate presso il Centro Nazionale Carabinieri per la Biodiversità Forestale  di Pieve Santo Stefano (AR) e distribuite in varie parti d’Italia in giardini pubblici, scuole etc.

La caserma dei Carabinieri  di Teramo è uno dei primi luoghi  della provincia Teramana  dove viene messa a dimora la piantina, la  data è stata scelta per far memoria della nascita del Capitano Medaglia d’Oro al Valor Civile alla memoria Mario D’Aleo, Comandante della Compagnia Carabinieri di Monreale (PA), nato a Roma il 16 febbraio 1954 e morto per mano mafiosa a Palermo il 13 giugno 1983 unitamente all’Appuntato Giuseppe Bommarito e al Carabiniere Pietro Morici. Proprio nel corrente anno ricorre il 40° anniversario della “strage mafiosa di via Scobar”. Infatti il 13 giugno del 1983, in via Scobar, tra i palazzoni senz’anima del sacco edilizio di Palermo, venivano trucidati i tre carabinieri, che stavano indagando sulla mafia corleonese con a capo Salvatore Riina.

Il Capitano D’Aleo aveva sostituito alla guida dei Carabinieri di Monreale il Capitano Emanuele Basile anche lui ucciso dalla mafia tre anni prima.

Alla cerimonia oltre alle autorità Civili, Militari e Religiose, prenderanno parte gli alunni di alcune scuole teramane, che insieme ai Carabinieri Forestali provvederanno ad interrare la piantina.   

La cittadinanza tutta è invitata a partecipare.