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01NTAP6X21001-F-WEB.jpgL'Heaven, la discoteca più importante della città non digerisce la chiusura imposta dalla Questura e corre ai ripari con un ricorso al Tar. Per i legali che rappresentano la discoteca non vi sono i presupposti per l'applicazione dell'articolo 100 del Tulps. Il questore di Teramo dopo un controllo del 20 febbraio ne decise la chiusura per 15 giorni perché nel locale è stata riscontrata la presenza di un numero di clienti superiore al consentito. Secondo la polizia, da tre recenti controlli «è emerso il reiterato superamento del limite di capienza massima dei locali imposto nella licenza» e «all'atto dell'ultimo controllo era preente un numero di persone superiore al triplo rispetto a quello previsto, con gravi rischi sotto il profilo dell'incolumità fisica degli avventori». Circostanze che hanno portato al provvedimento di chiusura. Un atto impugnato dall'Heaven tramite due legali teramani incaricati dalla proprietà della discoteca.

«È manchevole l'indicazione di un valido strumento di prova idoneo a dimostrare al di là di ogni ragionevole dubbio la presenza di un numero di avventori superiore al consentito» si legge nel ricorso. Sul fronte del pericolo per l'ordine pubblico e la sicurezza, i legali della discoteca evidenziano che « nè all'esterno né all'interno del locale sono stati mai eseguiti arresti o fermi di persone pregiudicate né in evidente stato di ubriachezza, così come alcun intervento delle forze dell'ordine è dato registrare nel periodo in commento. Del pari alcun intervento di personale sanitario è stato effettuato all'interno o all'esterno dei locali. La sicurezza richiamata sarebbe posta in pericolo, secondo i richiami presenti nel provvedimento, dalla presenza nel locale di un numero di persone superiore al consentito», numero che, insistono i legali, non è stato provato con riferimenti oggettivi. A breve il Tar deciderà.

Foto: Il Centro