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WhatsApp_Image_2023-04-03_at_16.47.05.jpegNell’ultimo libro, il 41°, della sua fortunata collana gialla, processi celebri teramani, (dalla quale si vengono attingendo le puntate de “I delitti sul professore” a cura di Paola Peluso e Antonio D’Amore per R+News) Elso Simone Serpentini aveva ricostruito un processo celebrato nel 1905 nell’aula della Corte d’Assise di Teramo, quello ai presunti autori materiali dell’omicidio del sindaco di Castelvetrano, cav. Giuseppe Saporito, ucciso la sera del 13 gennaio 1901. Il processo era stato trasferito per “legittima suspicione” da Trapani a Palerm e poi a Teramo, richiamando l’attenzione non solo dei teramani, ma delle grande stampa nazionale.
Cinque anni prima, dal 17 marzo al 5 aprile del 1900, c’era già stato a Teramo, sempre trasferito per “legittima suspicione” da Roma, un altro processo davvero celebre, che anche allora aveva richiamato in città corrispondenti e inviati della grande stampa nazionale oltre la sollevare uno spasmodico interesse dei teramani. A questo processo Serpentini dedica il numero 42 della collana, intitolato “I complici di Acciarito”, infatti sul banco degli imputati nell’aula della Corte d’Assise di Teramo si trovarono quattro dei cinque anarchici indicati come suoi complici dall’anarchico romano Pietro Acciarito, che Il 22 aprile 1897 all’Ippodromo delle Capannelle e Roma, mescolatosi alla folla, era riuscito ad avvicinarsi alla carrozza del Re d’Italia Umberto I, alla cui vita aveva attentato armato di un coltello.
Processato, Pietro Acciarito era stato condannato all’ergastolo, ma da subito era partita la caccia ai suoi presunti complici, nella convinzione che non potesse aver agito da solo. Un suo amico, Romeo Frezzi, ritenuto un suo complice, era stato arrestato, ma era morto nel carcere nel quale stato rinchiuso, con la versione ufficiale di un suicidio. Acciarito aveva poi fatto i nomi di cinque suoi complici: Ernesto Diotallevi, Aristide Ceccarelli, Federico Gudini, Pietro Collabona e Cherubino Trenta. I primi quattro in stato di detenzione e il quinto latitante vennero processati a Teramo e alla vigilia la curiosità era grande per un interrogativo che ci si poneva: Acciarito avrebbe confermato le sue accuse o avrebbe ritrattato e sostenuto che era stato costretto a farle con torture, minacce e inganni? Che cosa avrebbe dichiarato ai giudici di Teramo?
Il libro che ricostruisce il processo celebrato a Teramo sarà presentato giovedì 6 aprile alle ore 17,30 nella corte interna della biblioteca “M. Delfico” di Teramo, e l’autore sarà affiancato da un noto penalista del foro di Teramo, l’avv. Tommaso Navarra. Davvero un appuntamento a cui non mancare.