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WhatsApp_Image_2023-08-30_at_12.44.30.jpegVia Sant’Antonio… e adesso? Aperta, chiusa o… cosa? Nell’immancabile dibattito social, nel quale rimbalzano fin troppo spesso le aride stupidità di chi commenta senza sapere (patologia che sembra colpire anche qualche esercente della zona, che di certastampa dice male per compiacere il potere), abbiamo letto di tutto. C’è chi impreca perché “Stanno richiudendo gli scavi”, chi polemizza per “la mancanza di parcheggi”, chi vuole “più spazio per i bar” e chi sostiene che i “bar hanno già troppo spazio a Teramo”.
Bisogna fare chiarezza, perché a modo suo, quella strada neanche tanto lunga, è in realtà in molti modi strategica per la città.
Lo dimostra il fatto che, in questo momento, c’è addirittura uno scontro tra le petizioni: da una parte quella dei commercianti del Corso Vecchio, che la vogliono riaperta al traffico; dall’altra quella dei commercianti della stessa via e di un gruppo di residenti, che la vogliono chiusa.
Le motivazioni a sostegno delle due tesi, sono ugualmente valide.

Quella di chi la vorrebbe riaperta, si muovono dalla considerazione che è l’unica via di uscita dal Corso verso la metà Ovest di Teramo, con l’importante accesso a piazza Verdi. Facciamo un esempio: una persona che volesse andare a far acquisti sul Corso Vecchio e non trovasse parcheggio, se non avesse la possibilità di andare a piazza Verdi, secondo voi uscirebbe da porta Melatina, rifarebbe il giro Circonvallazione - Tribunale - porta Madonna - via Savini - piazza Verdi? Difficile.

Quelli che la vogliono chiusa, invece, invocano una scelta di “eleganza” (ci si passi il termine), con una nuova pavimentazione, tavolini dei locali, magari piante e arredi, anche in vista di quella sistemazione che, nel volgere di qualche anno, dovrebbe restituire a Teramo un “mercato coperto” ripensato, un Braga restaurato e una piazza Verdi “rifondata”, anche quale anticamera del recuperato mercato coperto. 
Mentre si contrapponevano le due tesi, però, è esploso il caso dei mosaici romani.

Che ha stravolto tutto.

Quindi, adesso?

«Adesso siamo in attesa che la Soprintendenza scelga quale debba essere il destino di quei mosaici - spiega a Certastampa l’assessore Antonio Filipponi - perché quella sarà in qualche modo la traccia da seguire, nella sistemazione di via Sant’Antonio, per ora infatti stiamo ricoprendo i mosaici con la sabbia, come chiesto dalla Soprintendenza, ma solo per proteggerli… non li stiamo “richiudendo”…».

Quali sono le variabili?
«La Soprintendenza potrebbe decidere di renderli visibili con una copertura in vetro, e un sistema di regolazione di temperatura e ventilazione, che impedirebbe la creazione di condensa… oppure potrebbe decidere di chiudere lo scavo, una volta studiati e catalogati i mosaici, come successo in altri casi in passato… - continua Filipponi - esiste anche una remota possibilità che si scelga di rimuoverli ed esporli in un museo… in questo momento ogni ipotesi è aperta, noi come amministrazione vorremmo la valorizzazione dei mosaici, nel quadro di quel percorso di rigenerazione urbana che abbiamo avviato».
Quindi, si può dire che l’ipotesi di riaprire via Sant’Antonio è scartata a priori?

«In realtà no, perché una volta adottate le scelte della Soprintendenza, qualora fossero tali da consentirne una riapertura, non possiamo escludere che, dopo una prima fase di chiusura si possa arrivare ad una seconda fase, successiva alla sistemazione di Piazza Verdi, Mercato Coperto e Teatro Romano, nella quale via Sant’Antonio possa essere riaperta, ma questo dovrà essere valutato anche nell’adozione del Pums, il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile…».

Insomma, la questione via Sant’Antonio è ancora apertissima, le variabili sono tutte valide e l’unica, vera certezza allo stato attuale è che moltissimo dipenderà dalla decisione della Soprintendenza.

L’unica, in questa fase, legittimata a parlare.
Il resto, è fuffa social… che non serve a niente.