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Screenshot_2024-03-02_alle_18.09.52.pngSi apre la pesca... ma solo per i bracconieri. Paradossi alla teramana. A causa di un vuoto normativo creatosi nel 2020 di fatto la pesca all’interno del Parco Nazionale del Gran sasso e Monti della Laga non viene più regolamentata. Non essendoci un regolamento territoriale vige la regolamentazione nazionale che si rifà alla legge quadro ambiente del 1991, azzerando di conseguenza la zona 2 del Parco, quella con minori restrizioni e che permetteva quindi
la pesca sportiva.
Il vuoto normativo ha creato una vera e propria “odissea” per la pesca sportiva, portando alla chiusura totale nel territorio del Parco del Gran Sasso nell’anno 2022, ovviamente creando fortissimo malcontento tra i pescatori. Se da un lato le guardie forestali sottolineano il problema e sconsigliano di praticare l’attività, dall’altra vista la normativa assente non vi sono sanzioni amministrative, questa situazione porta però all’allontanamento di molti appassionati privando il territorio del prezioso ruolo di sentinella ambientale che molti pescatori svolgono, favorendo l’attività di bracconaggio e gli illeciti ambientali.
Il 2023, visto il malcontento e le pressioni dei pescatori si apre con delle novità; la regione Abruzzo
sul calendario ittico, in via eccezionale, sottolinea il valore del calendario anche all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso, creando di fatto un cambiamento storico e rendendo possibile la pesca all’interno territorio protetto. Questa svolta epocale però non è stata seguita da una adeguata comunicazione, né da un regolamento adeguato che possa tutelare in maniera specifica zone che fino ad ora erano state soggetto a protezione integrale. Si giunge quindi all’apertura della pesca alla trota il 5 marzo 2023, con una situazione di enorme fermento per gli appassionati che si riverseranno nel territorio del parco, ma senza avere un adeguato regolamento da seguire e questo unito alla cronica assenza di controlli rende la situazione potenzialmente molto dannosa per la popolazione di trote.
Il Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, tardivamente, corre ai ripari e in data 7 marzo fa uscire un regolamento con restrizioni riguardo il numero di trote prelevabili, ma vietando in maniera contraddittoria le tecniche con esche artificiali , le più consone alla pratica del catch and release.
Il trattamento superficiale e poco tempestivo del tema genera una vera e propria valanga sui social network, con l’intervento di personalità autorevoli nel settore della pesca, così come le numerose società del territorio, la Scuola Italiana Pesca a Mosca oltre che i maggiori negozi sul panorama nazionale e internazionale.
Una pubblicità davvero pessima per il territorio conosciuto per le sue meraviglie naturalistiche, ma ormai altrettanto noto per l’incertezza gestionale delle istituzioni. In seguito al polverone mediatico sollevatosi, il parco corre ai ripari cancellando in fretta e furia il già tardivo regolamento, e facendo uscire un documento in cui si rendeva possibile la pesca sportiva solo ed esclusivamente con esche artificiali e praticando il nokill, vietando quindi il prelievo di trote e l’uso di esche naturali.
Se da un lato questa scelta viene molto apprezzata dai tantissimi appassionati di pesca al rilascio, dall’altro crea dei dubbi nelle istituzioni per la sua reale realizzazione, la guardia forestale sottolinea
le difficoltà del controllo di un territorio così ampio e continua a diffidare i pescatori dal praticare l’attività piscatoria generando un clima di forte incertezza.
Tali incertezze sono l’amaro antipasto per la stagione 2024.
Infatti la stagione si apre con la regione Abruzzo che compie un netto passo indietro sul calendario ittico tornando alla classica dicitura, secondo la quale il calendario regolamenta la pesca al di fuori delle riserve e dei parchi. Questa scelta crea una necessità impellente: un regolamento da parte del Parco del Gran Sasso!
Ad oggi però, nonostante le mille promesse, questo regolamento non è stato presentato , provocando di fatto per il terzo anno consecutivo uno stato di totale anarchia nel giorno di apertura della pesca alla trota, cioè il giorno più importante dell’anno per ogni pescatore di trote.
Che è domani.
Questa ennesima delusione nei pescatori ha portato da un lato sconforto, ma dall’altro anche una forte risposta con decine di appassionati pronti a contattare telefonicamente le istituzioni, ricevendo però spesso promesse a tutt’oggi infondate e talvolta una totale assenza di risposte anche per giorni specie dal corpo forestale, dal che si deduce che il controllo e anche solo la possibilità di segnalare degli illeciti sarà davvero lasciato al caso.
Moltissimi pescatori si sentono abbandonati e traditi e temono che i luoghi a loro più cari, per l’ennesimo anno siano lasciati alla mercé di pochi e spavaldi bracconieri, mentre loro rispettosi di leggi confuse e talvolta assenti, sono costretti ad emigrare nelle regioni vicine per praticare la loro passione. Intanhto, la campagna elettorale infuria e si sente parlare spesso di turismo ecosostenibile, ma poi di fatto si tratti con leggerezza il tema della pesca sportiva, vera e propria risorsa turistica ed economica per molte regioni.

GABRIELE ROSCIOLI
DAVIDE DE RUVO