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Un anno e sei mesi per maltrattamenti e lesioni personali. E' la sentenza di condanna, tramite rito abbreviato, emessa dal giudice di Teramo, Roberto Veneziano, nei confronti di Alessandro Capriotti, 36 anni, residente a Controguerra e finito nei guai per gli atteggiamenti di violenza sui familiari, in particolare la sorella. Tutto inizia nel 2012. La sorella di Capriotti con il quale condivide lo stesso tetto nel Comune vibratiano, denuncia ai carabinieri di subire vessazioni, angherie e violenze psicologiche da parte del fratello disoccupato. Le continue richieste di denaro, denuncia sempre la donna, si trasformavano in violenze domestiche, minacce, offese, ingiurie. Altre volte, con il pretesto di risparmiare, Capriotti le avrebbe chiuso i contatori dell’acqua. La sorella denuncia tutto ai carabinieri che, a seguito di indagini, chiedono e ottengono dal magistrato Laura Colico l'ordinanza di allontanamento dalla casa della sorella. Obbligo del quale si sarebbe fatto beffa il 36enne, affatto rispettando dunque quanto disposto dal magistrato. A quel punto il pm Laura Colica, sulla scorta della relazione rimessa dai militari, a maggio scorso chiede ed ottiene dal gip l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. A distanza di cinque mesi, si è celebrato il processo tramite rito abbreviato. Il 36enne di Controguerra è stato giudicato colpevole e il gup Roberto Veneziano lo ha condannato a un anno e sei mesi, pena sospesa. tribunale