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Le festività natalizie chiamano l’intera comunità ad una riflessione approfondita, sia laica che religiosa, sulle
condizioni sociali di tutta la popolazione residente e non, al fine di compiere ogni sforzo plausibile per alleviare le
situazioni di sofferenza, di disagio e di difficoltà temporanea o permanente.
La città di Teramo ha bisogno di una Mensa sociale degna di questo nome, che dia nutrimento e al contempo
dignità a chi ne ha bisogno, considerato che il problema della fame esiste da tempo nel nostro territorio e non
accenna a diminuire con l’aggravarsi della grande crisi economica che coinvolge l’Europa, nonché con
l’accrescersi delle disuguaglianze fra le fasce più povere e quelle più benestanti della popolazione.
A tale proposito lo chef internazionale Massimo Bottura ha creato da tempo il progetto “Food for Soul”, cibo
per l’anima e il corpo, per le persone e le città, istituendo i “Refettori” che hanno il duplice scopo di nutrire le
persone e di recuperare spazi dimenticati (attualmente ne risultano aperti ben 13 in tutto il mondo).
A Teramo c’è un luogo simbolo del degrado cittadino ed è di proprietà comunale: sono i due capannoni ubicati
dietro alla Chiesa della Madonna delle Grazie, fra Via Ettore Bianco e Via Orto Agrario. Risulta necessario, nella
più ampia riqualificazione dell’area, adibire uno dei due capannoni a Refettorio sociale, realizzando un servizio
pubblico basilare che è anche il sogno di Bottura, cioè “che ci sia un refettorio ovunque le comunità ne abbiano
bisogno”.
La lotta allo spreco alimentare e il recupero di immobili dismessi nel cuore della città rappresentano un
modo simbolico e al tempo stesso molto concreto per dimostrare vicinanza alle persone che vivono ai margini,
che sono e restano nostri fratelli e sorelle.
Il progetto di Bottura consiste nel vedere la bellezza oltre l’apparenza, nel quotidiano e nell’imperfezione,
coltivando i valori dell’ospitalità e della qualità delle idee. La bellezza è nel dare nuovo valore a luoghi
abbandonati come i capannoni di Via Orto Agrario, ma al contempo la bellezza è nel ridare dignità alla parte
più fragile di ogni comunità.
Il Refettorio rappresenta il luogo eminente dove nutrire le persone, ma anche la creazione di uno spazio che
faccia sentire tutti gli ospiti accolti e benvenuti, membri degni e fondamentali della nostra città. La
cucina del refettorio, come spiega Bottura (al quale occorre chiedere consulenza e supporto per il progetto),
“deve insegnare a rispettare tutti gli ingredienti senza sprecarli, a tirare fuori la bellezza dall’imperfezione e
tramite la bellezza rendere visibile l’invisibile, trasformando gli ingredienti più umili in piatti deliziosi e nutrienti,
eliminando ogni spreco”.
Il cibo è il simbolo della convivialità, è cultura, identità, arte, accoglienza, solidarietà, equità sociale: è
l’espressione più alta dell’agricoltura, una molla per il turismo e, in questo caso, un motivo di impegno nel
sociale, prendendosi cura degli altri attraverso il potere coesivo della tavola, la quale valorizza ogni
momento di scambio, ogni connessione, per amplificare le nostre voci e così avere un impatto maggiore.
Iniziamo concretamente a prenderci cura di chi ci sta accanto, perché così apriamo nuove opportunità di mobilità
sociale e incoraggiamo un sistema alimentare salutare ed equo.
La parola “refettorio” indica il luogo in cui i monaci si riunivano per condividere il pasto quotidiano: il
Refettorio sociale sarà il luogo della fratellanza e della solidarietà, della collaborazione con le
associazioni e le organizzazioni locali, con i produttori, con gli artisti e gli architetti, per recuperare
un’area degradata da troppo tempo, valorizzarla e trasformarla in un luogo stimolante, aperto alla
comunità, simbolo di accoglienza per le persone in situazione di vulnerabilità sociale, laddove servire
pasti nutrienti preparati a partire da eccedenze alimentari, che andrebbero altrimenti sprecate.
Creare uno spazio della condivisione e offrire esperienze che avranno un impatto reale sulla comunità teramana
non può che rappresentare il primo passo per ridurre le disuguaglianze e per dare nobiltà alla politica.
Per tutti i predetti motivi, ho ritenuto di dover presentare apposita mozione all’attenzione del Consiglio
comunale, affinché si proceda alla più ampia riqualificazione dell’area in questione, stanziando all’uopo le
necessarie risorse di bilancio, così da adibire uno dei due capannoni a Refettorio sociale, realizzando in tal modo
un servizio pubblico basilare che è prioritario per le esigenze della comunità teramana, nonché stabilendo le
modalità gestionali più opportune per la conduzione efficiente ed efficace della struttura e dei servizi ad essa
demandati.
Mi auguro che l’Assise civica voglia considerare con la massima attenzione e con favore entusiasta una
problematica così essenziale ed urgente, in modo da poter ricucire parte delle disuguaglianze che purtroppo
vanno acuendosi sempre di più.
Il Consigliere Comunale
Maria Cristina MARRONI