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Questa mattina, alle 9,30. davanti ai funzionari del Comune, la gestione dello Stadio Bonolis passerà dalla Soleia dell’ingegner Franco Iachini, alla TeAm del presidente Sergio Saccomandi. Quella che lo stesso ingegner Iachini commenta nell’intervista esclusiva rilasciata a certastampa, in un luogo simbolico come il centrocampo del Bonolis, non è semplicemente una consegna di chiavi, ma un ben più articolato passaggio di consegne, che produrrà fin da subito una serie di conseguenze, alcune per chi entra, perché la TeAm dovrà creare subito il personale in grado di gestire l’impianto; altre per chi esce, perché la Soleia, smobilitando, annuncia la rinuncia alla gestione commerciale dello Stadio; le ultime per noi, perché a meno che non si trovi, e in tempi brevi, un nuovo gestore della parte commerciale, la sbandierata operazione “riprendiamoci il Bonolis” rischierà di costarci 3,5 milioni di euro.
Spieghiamolo: all’atto di chiudere la transazione che ha messo fine alla concessione, Comune e Soleia si impegnarono in un doppio patto decennale: Il Comune avrebbe pagato 4,3 milioni di indennizzo alla Soleia e la Soleia avrebbe pagato circa 3 milioni al Comune quali canoni per affittare tutta la parte commerciale ancora sfitta.
Per essere più chiari: il Comune ha versato 2 milioni all’atto dell’accordo e pagherà per dieci anni circa 300 mila euro annui. In tutto, interessi compresi, una somma che si aggira sui 5 milioni.
La Soleia, per dieci anni, avrebbe dovuto pagare circa 280 mila euro l’anno di affitti più 77 mila euro l’anno per l’utilizzo estivo dello Stadio per ospitare spettacoli e che, sommati ai 150mila che già pagano i locali affittati, avrebbe prodotto una somma vicina ai cinque milioni.
Insomma, sarebbe stata un’operazione a pareggio.
Sarebbe stata, perché così non sarà più, visto che la Soleia non gestirà la parte commerciale, o meglio: non si farà carico della gestione qualora con la gara non si trovasse un gestore. Quella gara, si sarebbe dovuta fare entro 90 giorni dalla firma dello scioglimento della concessione, passato in Consiglio il 30 settembre, cioè fine anno, ma non è successo. Quindi Iachini si chiama fuori, e l’operazione Bonolis, in cinque mesi, segna già un mancato incasso di 130mila euro di affitti e si avvia a perdere anche i 77mila della gestione estiva per gli spettacoli. 
Non sarà, quindi, un’operazione in pareggio, ma al contrario potrebbe rivelarsi un clamoroso errore. Nella nostra intervista, Iachini spiega le ragioni di questo suo passo indietro, del suo sopravvenuto disinteresse per la gestione commerciale, che affonda le sue radici nel trattamento riservatogli dal Sindaco Gianguido D’Alberto che, a detta di Iachini, non ha onorato alcuno degli impegni presi, sia quelli assunti all’atto di “convincere” lo stesso Iachini a prendere lo Stadio e il Teramo; sia quelli assunti per la revisione del Pef; sia quelli assunti con la trattativa per “liberare” il Bonolis, fino al mancato rinnovo della gestione fredda semestrale, che - racconta Iachini - era stata annunciata in proroga da un funzionario comunale e poi invece è stata affidata alla TeAm.