Non è vero che Teramo è morta: una prima consistente prova è rappresentata dall’ondata di indignazione che ha accompagnato l’ipotesi di abbattere e ricostruire in loco la bruttura del Palazzo della Sanità, come è noto danneggiato dal terremoto, di proprietà dell’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) e della Provincia di Teramo. Piazza Martiri Pennesi va liberata da quel palazzo che rovina l’armonia che sussisterebbe fra il sontuoso Palazzo Manetta in Via Oberdan, in stile neoclassico con elementi di gusto rinascimentale, e i palazzi ottocenteschi e del primo novecento che insistono sulla piazza. La storia aiuta ad elaborare una visione urbanistica: Piazza Sant’Anna è divenuta da pochi decenni quella che è oggi, dopo gli sventramenti edilizi che hanno consentito il recupero dell’area archeologica e l’abbattimento della vecchia caserma dei Vigili del Fuoco; l’area del Teatro Romano è stata intensamente edificata nei millenni e solo all’inizio del ’900 si è avviata l’attività di demolizione di parte degli edifici insistenti sul monumento, attività demolitoria che dura fino ai giorni nostri e che consentirà di restituire una ulteriore piazza al centro cittadino, oltre alla fruibilità del teatro stesso. Quindi la città non è nuova alla valorizzazione dei vuoti urbani che hanno la medesima dignità urbanistica dei pieni e delle architetture presenti: ovviamente bisognerà discutere delle vocazioni che dovrà acquisire la piazza liberata, ma sarebbe senz’altro auspicabile che possa assolvere a molteplici funzioni ed essere adibita a usi disparati, non ultimi il ripensamento dell’area mercatale, lo svolgimento di eventi e uno snodo cerniera per valorizzare le vicine Piazze Sant’Agostino e Sant’Anna. Chiaramente, la città ha l’onere di proporre soluzioni plausibili circa la delocalizzazione del Palazzo della Sanità. A tale proposito sono già emerse alcune proposte (talune relative a edifici già esistenti, le quali potrebbero incontrare difficoltà tecniche rispetto ad una sostituzione edilizia di edificio danneggiato dal sisma), alle quali voglio aggiungerne una: il terreno edificabile ubicato nel quartiere Gammarana fra Via Liuigi Tripoti e Via Nicola Castagna. Tale immobile ha una consistenza ragguardevole, circa 6.000 mq., è di proprietà della ASP n. 1 di Teramo ed è già in vendita da qualche tempo ad un prezzo accessibile (l’ultima base d’asta era di circa 700mila euro, ulteriormente suscettibile di ribassi).Sussistendo già unanime accordo fra le amministrazioni pubbliche locali (Comune e Provincia) e regionali (Regione e ARPA) circa la delocalizzazione, non sarà certo difficile vagliare con serenità di giudizio anche questa opzione, tanto più che la ASP è a sua volta un’azienda pubblica regionale. Diamo forma ad un futuro di sviluppo economico e urbanistico che sappia accogliere la funzionalità e valorizzare la bellezza: Teramo può e deve farcela.
Il Consigliere Comunale
Maria Cristina Marroni