Si chiude con un’assoluzione piena il procedimento giudiziario a carico di Ermanno Ruscitti, ex presidente del consorzio Mo.Te. – Montagne Teramane e Ambiente S.p.A., e della stessa Mo.Te coinvolti negli scorsi anni in una complessa inchiesta su presunti illeciti amministrativi e gestionali nella gestione dei fondi pubblici del consorzio.
La Corte d’Appello dell’Aquila, nella sentenza emessa oggi, ha assolto Ruscitti e lo stesso Mo.Te con la formula piena: “perché il fatto non sussiste”, riconoscendo l’infondatezza delle accuse avanzate nei suoi confronti durante il primo grado di giudizio.
La vicenda giudiziaria
L’indagine era partita nel 2023 a seguito di una segnalazione della Guardia di Finanza, che aveva portato al sequestro preventivo di beni mobili e immobili riconducibili a Ruscitti, per un valore complessivo di circa 700 mila euro. Secondo l’ipotesi accusatoria, l’ex presidente avrebbe spostato risorse del consorzio pubblico, da un capitolo all'altro, ma solo per garantire gli stipendi del personale
La difesa e l’assoluzione
Durante il processo d’Appello, la difesa ha smontato punto per punto le accuse, presentando documentazione e testimonianze che hanno evidenziato la regolarità degli atti contestati. I giudici hanno accolto integralmente le argomentazioni difensive, ritenendo assenti gli estremi di reato. I giudici d'appello (collegio presieduto da Alfonso Grimaldi, a latere Domenico Canosa e Raffaella Gammarota) hanno annullato la sentenza di condanna di primo grado a due mesi e venti giorni per Ruscitti e di pagamento di 100 quote (del valore di cento euro l'una) per il Mo.Te.