Un percorso espositivo tra fotografie e bellissimi quadri degli studenti del Liceo Artistico di Teramo, la musica di due bravissimi allievi del Conservatorio musicale “Braga” sempre attento e presente negli appuntamenti di rilievo della Città, accoglie il numeroso pubblico che, la pur grande aula “Silvio Spaventa” dell’Università di Teramo non riesce a contenere tutta, accorso a Teramo in un sabato mattina rovente di inizio estate per un convegno di altissimo livello organizzato dalla Società Psicoanalitica italiana - parte dell’International Psychoanalytical Association fondata nel 1910 da Sigmund Freud - per celebrare un secolo di psicoanalisi in Italia con la presenza straordinaria del presidente della SPI, Ronny Jaffè - uno degli psicoanalisti più famosi in europa- accompagnato dal vice presidente Fabio Castriota (nella foto) e dai due organizzatori delegati dalla Spi nazionale, figure storiche e ordinari della società: la teramana Gabriella Gentile e Fabrizio Rocchetto.
Presente la memoria storica, lo psichiatra Francesco Saverio Moschetta, già direttore del Dipartimento di Salute Mentale della ASL di Teramo e la giovane psicologa Lucrezia Loporcaro, in rappresentanza dei giovani psicoanalisti membri della SPI, portando uno sguardo verso il futuro. Tutti convenuti per ricordare che a dar vita alla Spi nel 1925, fu lo psichiatra Marco Levi Bianchini in quello che è oggi noto come l’ex ospedale psichiatrico Sant’Antonio Abate di Teramo, di cui fu direttore dal 1924 al 1931. Il convegno di Teramo con i nomi di altissimo livello che hanno participato, ha rappresentato un grande onore per l’intera Regione e un appuntamento imperdibile per celebrare un secolo di Psicoanalisi in Italia. Un evento di grande rilievo per la comunità degli analisti e per l’intero contesto sociale e culturale italiano. La partecipazione straordinaria del pubblico, la copertura mediatica dell’evento, il gradimento ottenuto da questa giornata che ha legato insieme la nascita e lo sviluppo della psicoanalisi, dal pensiero di Sigmund Freud alla fondazione della Società Psicoanalitica italiana, il ricordo degli anni in cui per la prima volta la psicoanalisi introdotta come strumento terapeutico per la cura della sofferenza psichica all’interno dell’Ospedale Psichiatrico l’allestimento della sala e le relazioni accompagnate da straordinarie foto e filmati dell’epoca hanno riporta alla luce storie dimenticate da oltre un secolo. Quanto dolore dietro quelle mura. Come dimenticare che in passato – ma non molti anni fa - la situazione dell’alienato era a dir poco drammatica, e non solo perché chiunque poteva essere internato in assenza di una reale verifica sulla necessità del ricovero ma anche perché “l’ alienato” era sostanzialmente equiparato a un delinquente comune. Tra commozione, stupore, tristezza lacrime negli occhi dei presenti la folla attonita ha visionato una raccolta di foto dell’archivio di stato , della Biblioteca Regionale, e tanti altri luoghi anche raccolte dall’estero, dopo lunghi mesi di lavoro dalla dottoressa Gabriella Gentile.
Bambini “fiori del male”. Madri, mogli e figlie internate per immoralità e comportamenti contrari ai valori dell’epoca. In alcuni casi erano vittime della guerra, altre volte di violenze carnali e miseria che provengono in maggioranza dalle campagne, da povertà e violenze. Uomini dagli occhi malinconici che manifestano spesso segni di insofferenza per una condizione segnata dal disagio e dalla rassegnazione. La disubbidienza all’autorità che diventano tutti segnali di un disturbo mentale. Persino un desiderio di indipendenza troppo accentuato può giustificare un destino di emarginazione ed esclusione sociale. Ad aprire le porte del manicomio quasi sempre sono comportamenti che infrangono o mettono in discussione quell’universo di ruoli e valori imposto dai tempi e si chiudono per sempre nella città dei matti dietro le grate dell’ospedale psichiatrico Sant’Antonio Abate di Teramo.
Il grande successo della giornata che ha superato ogni aspettativa con la delegata della Regione la consigliera regionale Marilena Rossi, il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, il direttore generale della ASL Maurizio Di Giosia, il presidente dell’Ordine dei Medici di Teramo Cosimo Napolitano e la consigliera dell’Ordine degli Psicologi d’Abruzzo Gloria Di Rocco.
A fare gli onori di casa, il rettore dell’Università di Teramo Christian Corsi, che con il suo fare tra l’accademico e il realizzatore in un boato di acclamazione della platea ha annunciato per l’autunno l’avvio dei lavori per la trasformazione dell’ex ospedale psichiatrico in una Cittadella della Cultura, con un investimento da 20 milioni di euro. Ovvio che un successo di tale portata certamente darà fastidio a qualcuno, il solito idiota “se non parlo io non partecipo” il solito incapace di organizzare una iniziativa per la crescita collettiva della comunità, di gioire di una giornata così bella, così ricca, così utile per la comunità che ha messo insieme tante cose positive. Di Teramo e del suo manicomio si parlerà nuovamente a fine ottobre a Roma. Il 19 ottobre sarà la E.T.S Società Civile a parlare di “Psicanalisi e disagio giovanile” in una intera giornata con vari momenti di spettacoli, libri e importanti personaggi nazionali nell’Auditorium de L’Aquila, tra cui invitato Paolo Crepet (il 18 ad Ascoli). Il sindaco D’Alberto ha annunciato che a fine anno sarà il Comune di Teramo a organizzare un “repetita iuvant” sempre con la squadra vincente Università, Regione e S.P.I.. Si può ben dire che da questo incontro di ieri, dai “fiori del male” sono spuntati bellissimi fiori.
Leo Nodari