×

Avviso

Non ci sono cétégorie

pino_3.jpegpino1.jpegpino2.jpeg

Due pini secolari, da decenni parte integrante del paesaggio urbano attorno alla stazione ferroviaria, sono stati abbattuti oggi nel cantiere aperto da Rete Ferroviaria Italiana (RFI) per la ristrutturazione della stazionr. Una scelta che ha lasciato sgomenti molti cittadini, che hanno scritto indignati alla nostra redazione chiedendosi: “Chi controlla che questa distruzione fosse davvero necessaria?”

A cadere sotto le motoseghe sono stati due alberi di pregio, pini di un'età apparente di almeno 100 anni ritenuti da molti un simbolo verde del quartiere e rifugio per la fauna urbana. Nessun avviso preventivo, nessuna spiegazione pubblica: solo un'area di cantiere recintata, e poi il rumore degli alberi che cadono. Un gesto che molti giudicano “violento e ingiustificato”, soprattutto in un momento storico in cui la transizione ecologica dovrebbe essere al centro delle scelte pubbliche.

L'ASSENZA DI TRASPARENZA PREOCCUPA I CITTADINI

«È possibile che, nel 2025, si continui a progettare interventi infrastrutturali senza tutelare il verde esistente?», si chiede un lettore. E ancora: «Chi ha autorizzato l’abbattimento? È stata fatta una valutazione agronomica? Perché non si è pensato a una soluzione alternativa?».

Al momento non sono arrivate comunicazioni ufficiali né da parte del Comune di Teramo né da parte di RFI, ma cresce il malcontento. L’abbattimento degli alberi sembra essere avvenuto senza un percorso di confronto con la cittadinanza, né con le associazioni ambientaliste locali, che solo ora stanno cercando di raccogliere informazioni e documentazione.

UNA CITTÀ CHE PERDE ALBERI, NON SOLO RADICI

L’episodio riporta in primo piano un tema ricorrente nella cronaca urbana: il delicato equilibrio tra riqualificazione e tutela del patrimonio ambientale. «Un albero non si pianta in un giorno. Quei pini ci metteranno decenni a ricrescere, se mai lo faranno», scrive un altro lettore.

Ora i cittadini chiedono chiarezza: chi ha firmato l'autorizzazione? Sono state rispettate tutte le normative ambientali? Esiste un piano di compensazione ambientale? E soprattutto: quanti altri alberi rischiano di fare la stessa fine nei prossimi mesi?