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tribunale 1024x374È stato condannato a 17 anni di reclusione Pietro Mercurio, imprenditore e titolare del night club Zeus di Silvi, ritenuto responsabile della morte di Marco Monti, 51 anni, deceduto nella notte tra il 18 e il 19 aprile 2022 davanti all’ingresso del locale.

La Corte d’Assise, presieduta dal giudice Claudia Di Valerio, ha accolto in larga parte la ricostruzione dell’accusa, contestando a Mercurio il reato di omicidio preterintenzionale, insieme ad altri sei capi d’imputazione: percosse, lesioni personali, minacce, intralcio alla giustizia, cessione di sostanze stupefacenti e induzione e sfruttamento della prostituzione.

Secondo il pubblico ministero Laura Colica, la notte della tragedia vi fu una lite tra Monti e Mercurio, scoppiata per motivi legati a una ballerina del locale con cui la vittima aveva rapporti. Al culmine del diverbio, Mercurio avrebbe spintonato Monti fuori dal locale, facendolo cadere sulla carreggiata. Proprio in quel momento sopraggiungeva un’auto, il cui conducente non riuscì a evitare l’impatto.

Il pm aveva chiesto 12 anni per omicidio preterintenzionale, mentre la difesa, affidata agli avvocati Antonio Turco (foro di Salerno) ed Enrico Farano (foro di Nocera Inferiore), aveva chiesto l’assoluzione con formula piena o, in subordine, con la formula dubitativa, invocando anche l’eventuale esimente della legittima difesa.

Durante l’udienza conclusiva sono stati ascoltati gli ultimi tre testimoni della difesa. Spazio poi alla requisitoria del pubblico ministero, alle arringhe difensive e agli interventi delle parti civili, tra cui l’avvocato Enzo Di Lodovico, legale della famiglia Monti, presente in aula.

Coinvolto nel procedimento anche Alfonso Mercurio, fratello dell’imputato, condannato a un anno e mezzo.

I familiari di Marco Monti, ancora scossi dalla vicenda, hanno accolto la sentenza con commozione, mentre la difesa ha preannunciato ricorso.