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Operazione interforze a tappeto in centro città, ma dietro i numeri resta la solita Teramo abbandonataUn dispiegamento massiccio di forze dell’ordine ha trasformato, per qualche ora, oggi pomeriggio, il centro di Teramo in una piccola zona rossa. Piazza Garibaldi, Viale Mazzini, la Villa Comunale, via Nicola Dati e i giardini Marcozzi sono stati al centro di un’operazione antidroga ad ampio raggio, condotta dai Carabinieri con il supporto di Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Polizia Locale. Diversi controlli, un denunciato con modiche quantità di droga, e il ritrovamento di altra sostanza stupefacente in un’abitazione. Un bilancio che, al netto delle dichiarazioni ufficiali, lascia però aperti molti interrogativi.

L’operazione, presentata come una risposta alla crescente domanda di sicurezza da parte dei cittadini, sembra più una messinscena di forza che una reale inversione di rotta. La presenza delle istituzioni si è fatta visibile – e fotografabile – ma solo per qualche ora, nel solito copione che interviene sul sintomo, mai sulla causa. Perché a Teramo la percezione di degrado non si combatte solo con i lampeggianti e le perquisizioni, ma con una politica urbana seria, una visione sociale inclusiva e interventi continui, non episodici.

Verso sera, la scena si è spostata di nuovo alla Villa Comunale, dove una quindicina di carabinieri ha circondato l’area identificando una decina di persone, tra cui alcuni ubriachi e migranti senza fissa dimora. L’ennesima fotografia di un disagio che si preferisce sorvegliare piuttosto che affrontare alla radice.

Nel frattempo, sotto i portici dell’ex Banco di Napoli, uno dei volti simbolo dell’emergenza sociale teramana – un cittadino nigeriano senza casa – è stato allontanato, forse definitivamente. Le autorità parlano di una “soluzione definitiva”: un biglietto aereo per tornare in Nigeria, in partenza da Roma. Una scelta che lascia il sapore amaro del problema “scaricato altrove”, e non risolto.

L’azione coordinata con l’Amministrazione comunale aveva come obiettivo dichiarato il rafforzamento del senso di sicurezza nella cittadinanza. Ma se è vero che lo Stato ha mostrato il volto duro, resta da capire se saprà mostrarne anche uno umano, attento e costante. Perché la vera sicurezza non si costruisce con i blitz, ma con politiche di prevenzione, inclusione e ascolto.

Elisabetta Di Carlo