«Non avremmo voluto scrivere queste parole». Comincia così il duro comunicato diffuso dall’Associazione Diportisti Rosetani, che denuncia l’ennesima stagione estiva iniziata senza che l’amministrazione comunale abbia rispettato gli impegni presi per la gestione degli alaggi.
Nata nel 2023, l’Associazione – apolitica e senza scopo di lucro – conta oggi circa 40 soci e si è fatta portavoce delle esigenze di chi vive il mare e la spiaggia non solo come svago, ma anche come cura del territorio e rispetto per l’ambiente. Tuttavia, i tentativi di dialogo con il Comune sembrano essere stati vani.
«Siamo stufi – si legge nella nota firmata dal presidente Gabriele Del Toro – non è accettabile, non siamo persone da manipolare o rabbonire». Parole amare che nascono da una lunga serie di disattese. Il riferimento è soprattutto al regolamento sugli alaggi approvato dal Consiglio Comunale nell’aprile 2023, che prevedeva, tra le altre cose, la delimitazione delle aree con paletti e cartelli multilingue a carico del Comune. In quell’occasione, il sindaco aveva assicurato un intervento tempestivo, promettendo anche un bando per l’assegnazione dei posti barca, in vista della stagione estiva 2024.
Una promessa, denunciano i diportisti, rimasta lettera morta: «L’avviso pubblico nel 2024 non è mai stato pubblicato». E per il 2025, sebbene il bando sia uscito a febbraio con scadenza fissata tra l’11 e il 15 del mese, a fine giugno non esistono ancora graduatorie né assegnazioni dei posti barca.
A questo si aggiunge la mancata predisposizione delle aree e l’assenza di servizi minimi. L’associazione ha più volte chiesto semplici attrezzature: un tappeto per facilitare l’accesso in mare anche alle persone con disabilità, una cabina dismessa per il rimessaggio delle dotazioni di bordo. Anche in questo caso, tutto è rimasto inascoltato.
I toni del comunicato si fanno duri soprattutto verso la classe politica locale: «Visite agli alaggi negli ultimi giorni, con amministratori che si limitano a scaricare responsabilità sugli uffici. Viviamo in un Paese libero, con diritti e doveri per tutti, ma sembra che l’amministrazione comunale lo ignori».
Infine, un appello amaro ma lucido: «Affidiamo queste parole al vento, in piena libertà, affinché arrivino ovunque. Lasciamo alle persone la possibilità di farsi un’idea e di esprimere una propria opinione».
Il messaggio si chiude con un saluto rivolto al sindaco: «Per noi non è questo un buon modo di amministrare nell’interesse della città tutta».