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ansa.webpucciso-lodi-a1.avifUn colpo solo, dritto al petto. Sparato da distanza ravvicinata. Così è morto Mohamed Kaoukeb Raji, 21 anni, di origini marocchine, da circa un anno residente ad Avezzano (L’Aquila). Il suo corpo è stato ritrovato nel tardo pomeriggio di sabato 29 giugno in un campo di granturco, a circa 500 metri da un casolare abbandonato nel territorio lodigiano, al confine tra Pieve Fissiraga, Villanova del Sillaro e Massalengo. Un’area tristemente nota alle forze dell’ordine per il traffico di stupefacenti.

Secondo una prima ricostruzione degli investigatori, coordinati dalla Procura di Lodi, si tratterebbe di un’esecuzione maturata nel contesto del fiorente mercato della droga. Sul corpo della vittima, avvolto in una tuta nera, nessun documento. A segnalare la sua scomparsa sono stati i familiari, partiti in auto dalla Marsica dopo aver ricevuto una telefonata drammatica: «Raji è stato ucciso».

DALL’ABRUZZO ALLA LOMBARDIA, IL VIAGGIO SENZA RITORNO

Kaoukeb Raji era arrivato in Italia quattro anni fa, minorenne, sbarcando a Lampedusa dopo aver attraversato la Libia. Nel 2024 si era stabilito ad Avezzano, dove viveva in via Pereto, zona San Nicola, lavorando come bracciante agricolo nel Fucino. Da sette mesi si era trasferito al Nord, tra Novara, Varese e infine Lodi, in cerca di nuove opportunità. Viveva in condizioni di fortuna, in un rudere nei pressi del luogo del ritrovamento.

LA SEGNALAZIONE DEL CUGINO E LA CORSA DEI FAMILIARI

Decisiva, nell'avvio delle ricerche, la telefonata di Mohamed Iaraichi, cugino della vittima, che lavorava con lui nei campi del Lodigiano. Il giovane ha chiamato la madre in Marocco riferendo dell’omicidio. A quel punto la notizia è arrivata anche ad Avezzano. Il fratello della vittima, Ikoukeb Raji Jilali, ha preso contatto con un amico di famiglia, Charick Abdelkabir, che parla correntemente italiano, e insieme a suo figlio Ismail Mourchd sono partiti per la Lombardia. Durante il viaggio hanno allertato i carabinieri.

Dopo una prima, infruttuosa visita alla caserma, i tre hanno deciso di proseguire da soli le ricerche. La svolta è arrivata grazie all’intervento di un vigile urbano di Pieve Fissiraga, che ha offerto supporto. Alle 17 circa di sabato, la macabra scoperta.

UN ALTRO GIALLO: UN FERITO A ROZZANO

Nella stessa mattinata, i familiari erano stati allertati di un altro episodio: un giovane marocchino abbandonato ferito da arma da fuoco davanti all’ospedale di Rozzano, in provincia di Milano. Pensando si trattasse di Kaoukeb, si sono recati sul posto, ma si trattava di un altro caso. Gli inquirenti ora stanno valutando un possibile collegamento tra i due episodi.

L’INCHIESTA

Il fascicolo aperto dalla Procura di Lodi è per omicidio volontario. Non ci sono ancora nomi iscritti nel registro degli indagati, ma gli investigatori parlano di ore decisive. Elemento centrale dell’indagine è la posizione di Mohamed Iaraichi, il cugino autore della prima telefonata: al momento è irreperibile. I carabinieri, guidati dal maggiore Daniele Brasi, lo stanno cercando: potrebbe avere informazioni cruciali su quanto accaduto.

Il corpo di Kaoukeb è stato trasferito all’Istituto di Medicina Legale di Pavia per l’autopsia. L’esame dovrà chiarire eventuali segni di colluttazione o la presenza di tracce utili all’identificazione del responsabile.

I familiari sono assistiti dagli avvocati marsicani Mario Del Pretaro, Luca Motta e Pasquale Motta. A loro, e a tutta la comunità marocchina della Marsica, il compito ora di ottenere giustizia per una vita spezzata troppo presto.