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414ee2614cacea3a4b59a17ea44f7895.jpgI 130 giovani aspiranti Alpini
del corso "Solarolo III" hanno scalato in contemporanea quattro
cime del Gran Sasso, penultimo atto del percorso che li porterà
sabato 5 luglio a ricevere il cappello con la penna, simbolo di
appartenenza alle Truppe Alpine dell'Esercito.
Inquadrati nella 43a compagnia del battaglione Aosta, i
militari sono stati suddivisi in quattro aliquote, partite alle
prime ore del mattino da Campo Imperatore per raggiungere, con
arma ed equipaggiamento di venti kg, Corno Grande, Pizzo
Cefalone, Monte Aquila e Monte Portella. L'arrivo sulle vette
prima di mezzogiorno è stato segnato dalla preghiera dell'Alpino
recitata dal comandante e dall'accensione dei fumogeni
tricolori. Il Gran Sasso è stato scelto come luogo simbolico e
storico, oltre che funzionale alla preparazione tecnica dei
giovani Volontari in ferma iniziale dell'Esercito, che presso il
Centro Addestramento Alpino di Aosta hanno già svolto 11
settimane di formazione alpinistica e combattimento in montagna.
I 130 giovani provengono da tutte le regioni d'Italia e hanno
espresso in larga parte di appartenere alle Truppe Alpine. Il
gruppo più numeroso è quello del Piemonte che conta 20
aspiranti, tra cui il più giovane nato a marzo 2006. A seguire
Lazio (16), Lombardia (14), Abruzzo (11), Campania (6) e
Sicilia, che tra i suoi 14 aspiranti vede la più giovane nata a
gennaio 2006.
Il corso prende il nome dal Monte Solarolo dove, durante la
Prima Guerra Mondiale, il battaglione "Aosta" fu impegnato in
duri combattimenti per il controllo della cima tra il 24 ottobre
e il 4 novembre 1918, guadagnandosi la medaglia d'oro al valor
militare per la tenacia dimostrata.
Ai valori e all'impegno è stata dedicata la serata di ieri
all'Auditorium 'Renzo Piano' dell'Aquila, con l'incontro
organizzato dalla Sezione Abruzzi dell'Associazione Nazionale
Alpini (Ana), con la rievocazione della storia del Corpo e il
concerto del coro "Monti della Laga" di Teramo, seguito dal
dialogo sul palco tra i giovani aspiranti alpini e i "Veci"
dell’Ana.