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È stata molto più di una cerimonia. Quella di Corrado Augias, nel ritirare il Premio Zilli alla carriera, si è trasformata in una vera e propria lezione di giornalismo. Un momento di riflessione lucida e appassionata su ciò che è stata – e dovrebbe continuare ad essere – l’informazione. Con il suo consueto equilibrio tra rigore intellettuale e chiarezza comunicativa, Augias ha parlato di notizie e  fake news, tra la stampa d’un tempo e i social network di oggi, tra il dovere di informare e il diritto del cittadino ad essere informato correttamente. Nel suo intervento ha sottolineato la differenza – sottile ma fondamentale – tra obiettività e verità, tra la buona fede del giornalista e il rispetto per i fatti. Ha ribadito come la verità, in un mondo in cui la disinformazione corre più veloce della verifica, resti un punto fermo, nonostante tutto. Ha parlato di giornalismo non come mestiere, ma come responsabilità civile, come impegno etico. E nel farlo ha ricordato a tutti che la libertà di stampa non può prescindere da una continua ricerca di onestà, da un metodo rigoroso e da un rispetto profondo per la complessità dei fatti. Un premio alla carriera che diventa quindi un invito a non arrendersi alla superficialità, ma a continuare a cercare. Perché la verità, come il buon giornalismo, non è mai semplice. Ma è sempre necessaria.