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tribunale 1024x374Uno dei tre giovani accusati di violenza sessuale di gruppo e tentata estorsione ai danni di un loro connazionale è stato scagionato dalla stessa vittima, nel corso dell’incidente probatorio davanti al giudice per le indagini preliminari Roberto Veneziano. Il caso risale all’ottobre del 2023 e riguarda tre cittadini di origine pakistana, ospiti di un centro di prima accoglienza a Mosciano Sant’Angelo, in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, e racontato oggi dal Messaggero,un 20enne sarebbe stato attirato con l’inganno fuori dalla struttura e lì abusato da due connazionali. Un terzo giovane, inizialmente indicato come “palo”, era stato accusato di aver assistito senza intervenire. Ma proprio in sede di incidente probatorio, la vittima ha corretto la ricostruzione iniziale, affermando che quel terzo ragazzo «non ha fatto nulla quel giorno». L’equivoco, ha spiegato, sarebbe nato da un errore di traduzione durante il primo colloquio con l’interprete, che avrebbe travisato la dinamica dei fatti. Secondo la nuova versione, solo due degli indagati sarebbero responsabili della violenza. Le dichiarazioni della vittima hanno portato ala scarcerazione del ragazzo scagionato, per il quale è stata disposta la misura alternativa dell’obbligo di dimora nel territorio teramano. Durante l’incidente probatorio è stato ascoltato anche un testimone, un altro ospite del centro, al quale uno degli aggressori si sarebbe vantato dell’accaduto, mostrando anche un video della violenza girato con un cellulare. Proprio questo filmato sarebbe stato usato successivamente per ricattare la vittima e ottenere denaro: 100 euro in cambio della promessa di non diffonderlo.