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CasecolorateUn malessere diffuso, silenzioso ma sempre più presente, attraversa la vita quotidiana di molti cittadini della provincia di Teramo che vivono in condominio. A denunciarlo sono gli stessi residenti, esasperati da una gestione che – in troppi casi – appare opaca, poco partecipativa e lontana dalle regole imposte dalla legge.

Assemblee convocate in modo poco chiaro, rendicontazioni assenti o illeggibili, lavori straordinari affidati sempre alle stesse ditte senza reale confronto, conti correnti non accessibili e richieste di documenti ignorate: queste le criticità che emergono da decine di segnalazioni. Una situazione che non può più essere considerata episodica, ma che sembra rivelare una tendenza sistemica preoccupante, favorita dal vuoto di controlli e da un’indifferenza istituzionale che dura ormai da anni.

“Gli amministratori dimenticano troppo spesso di essere mandatari e garanti, non padroni del condominio” – afferma Antonio Di Berardo responsabile Sicet Teramo

Eppure, la legge parla chiaro. La Legge 220/2012, che ha riformato profondamente la disciplina del condominio, prevede obblighi stringenti: rendicontazione annuale dettagliata, accesso garantito a tutta la documentazione, apertura obbligatoria di un conto corrente intestato al condominio, obbligo di formazione continua per gli amministratori. Ma nella pratica quotidiana, questi diritti vengono spesso negati, ignorati o aggirati.

Le conseguenze possono essere gravi. In alcuni casi, riferiscono i cittadini, si è arrivati perfino a perdere la proprietà dell’abitazione per morosità non gestite, ritardi nei pagamenti ai fornitori o situazioni debitorie accumulate per negligenza amministrativa.

I casi ricorrenti sul territorio

Tra i problemi più segnalati nei condomìni di Teramo e dei comuni limitrofi:

  • Comunicazioni che arrivano tardi o non vengono affatto inoltrate ai condomini;

  • Decisioni prese frettolosamente, con lavori deliberati senza reale discussione;

  • Conti correnti confusi o non consultabili da chi ha pieno diritto di accedervi;

  • Ostilità nel fornire documentazione ai residenti che la richiedono;

  • Spese lievitate senza spiegazioni convincenti o giustificativi.

“Il condominio non è una dittatura: è una forma di democrazia privata” – ricorda Di Berardo – “e come tale ha bisogno di partecipazione, trasparenza e controllo”.

Un appello a cittadini, professionisti e istituzioni

Alla base del problema, spiegano gli esperti, c’è anche una scarsa conoscenza dei propri diritti da parte dei condomini, spesso poco informati o timorosi di esporsi. Per questo motivo cresce la richiesta di maggiore informazione, assistenza legale e controlli da parte degli enti competenti: Comuni, Ordini professionali, associazioni di categoria.

L’appello è rivolto anche agli amministratori onesti e competenti, che rappresentano la parte sana del settore: “Serve una presa di posizione chiara per isolare chi discredita la categoria e compromette la fiducia dei cittadini.

foto di repertorio