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La Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza, con la quale il Tribunale della Libertà di Firenze aveva disposto la conferma degli arresti domiciliari per Alfonso D’Eugenio, 80 anni, di Roseto degli Abruzzi, difeso dall'avvocato Fabrizio Acronzio.

Nel dispositivo della sentenza, la Suprema Corte ha dichiarato la cessazione immediata della misura cautelare e ha ordinato la liberazione dell’imputato. Contestualmente, è stata disposta la comunicazione urgente del provvedimento agli organi competenti, ovvero la Stazione dei Carabinieri di Roseto, la Questura di Firenze e la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, affinché vi si dia esecuzione senza indugio.

La decisione della Cassazione rappresenta un punto di svolta significativo nella vicenda giudiziaria che ha coinvolto D’Eugenio, ponendo fine alla restrizione domiciliare disposta nei suoi confronti. 

Di Eugenio era stato arrestato con l’accusa di omicidio colposo plurimo e disastro colposo, in qualità di ex vertice della RDB, l’azienda incaricata della realizzazione della struttura industriale crollata durante i lavori. 

La Procura di Firenze, che coordina le indagini sul crollo, ha aperto un ampio fascicolo volto ad accertare le responsabilità lungo tutta la catena di comando e realizzazione del cantiere. Il caso resta al centro di una vicenda giudiziaria e politica complessa, che ha sollevato interrogativi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e sulla filiera degli appalti.

Intanto, la revoca della misura nei confronti di Alfonso Di Eugenio segna un passaggio significativo, in attesa dell’evoluzione del processo e dei nuovi sviluppi investigativi.