Per carità, un errore ci può stare. Succede. Ma quando la forma è sostanza, come negli atti pubblici, tanto che anche un semplice errore può invalidare l’atto, allora la forma pretende la massima attenzione possibile. Facciamo un esempio: è valida la convocazione di un Consiglio Comunale che… si è già fatto? O meglio: di un Consiglio Comunale che, in un incastro spazio temporale avrà la seconda convocazione due mesi prima della prima? Questo accadrà nel prossimo Consiglio Comunale: prima convovazione 7 agosto 2025, seconda… l’11 giugno del 2025. Due mesi prima, appunto. Vero è che il tempo e lo spazio sono variabili relative… la forma no.