Era il tardo pomeriggio del 19 novembre 2024 quando tre uomini incappucciati fecero irruzione in una villa di Martinsicuro, armati di arnesi da scasso e pronti a svaligiarla. Non sapevano che, nella mansarda, si trovava l’anziana madre del proprietario, un brigadiere capo dei Carabinieri in servizio alla Compagnia di Alba Adriatica.
La donna, spaventata dai rumori, chiamò il figlio, che rientrò subito a casa. Davanti ai tre malviventi, il militare si qualificò e intimò loro di fermarsi. La risposta fu un’aggressione brutale: colpito ripetutamente al volto e all’addome con piccone, piede di porco e bastoni, il brigadiere cadde a terra privo di sensi.
Soccorso dai colleghi e dal 118, venne trasportato d’urgenza all’ospedale di Giulianova, dove un intervento chirurgico – con l’asportazione della milza per fermare una grave emorragia interna – gli salvò la vita.
L’indagine
Le indagini, complesse e ininterrotte per nove mesi, sono partite da un sopralluogo meticoloso. Fondamentale il ritrovamento di tracce biologiche su una piccola torcia che uno dei rapinatori teneva in bocca mentre tentava di smurare la cassaforte.
Il DNA estratto, inizialmente non presente nella banca dati nazionale, ha portato all’identificazione di un 38enne albanese, già pregiudicato per reati contro il patrimonio e latitante. Grazie alla cooperazione della polizia albanese, è emerso che l’uomo aveva cambiato generalità per sfuggire alla cattura.
Il 31 luglio 2025 i Carabinieri di Alba Adriatica lo hanno rintracciato a Rovigo, dove è stato arrestato in esecuzione di un ordine di carcerazione. Gli accertamenti del RIS di Roma hanno confermato la corrispondenza del DNA con quello trovato sulla scena del crimine.
L’8 agosto 2025, su richiesta della Procura di Teramo, il GIP ha emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per tentato omicidio e tentata rapina aggravata. Il provvedimento è stato eseguito lo stesso giorno nel carcere di Rovigo, dove l’uomo si trovava già detenuto.
Una rete criminale più ampia
Gli investigatori hanno accertato che il colpo era legato a un sodalizio italo-albanese dedito a furti e rapine in tutta Italia. Durante le indagini:
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il 15 marzo 2025, a Tortoreto, è stato catturato un altro latitante albanese, considerato figura apicale del gruppo;
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il 28 aprile 2025, sempre a Tortoreto, sono stati arrestati tre soggetti (tra cui lo stesso latitante) per estorsione aggravata ai danni di un imprenditore locale.
QUI SOTTO LA CONFERENZA STAMPA AI CARABINIERI PER LA QUALE SI RINGRAZIA I DUE PUNTI