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“Siete su una strada sbagliata… inutile cercare l’autore della musica di Arvì, perché un autore non c’è, o meglio: c’è ma non va cercato!. Non sono queste le parole, ma è questo il senso della testimonianza di Ernesto Piccari, già sindaco di Montefino e presidente dell'associazione Mons Siccus, che possiede molte carte di Misantone e ne è studioso, tanto da dare alle stampe un libro dedicato proprio alla figura del Misantone poeta e autore di canzoni.
Piccari, supportato anche dal figlio di Misantone, “Totò”, non ha dubbi sulla paternità di Arvì:
«Per quello che riguarda il testo, non c’è alcun dubbio, è di Antonio Misantone e su questo nessuno ha mai sollevato questioni, sulla musica invece… l’aria l’ha scritta lui».
Lui chi? 
«Antonio Misantone, è sua anche l’aria musicale della canzone, lo so con certezza, ma poi non si può escludere che possa essere stata orchestrata da altri musicisti, come una sua amica pianista di Penne…».

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L’ex Sindaco montefinese, supporta la sua certezza sia con una base popolare:  «In paese è ancora vivo il ricordo, anche grazie a testimoni viventi, di quella che era l’attività corale diretta da Misantone, che magari non è stato un musicista puro, ma con la fisarmonica suonava», sia con una prova “documentale” che in qualche modo smentisce quello spartito con l’indicazione “Misantone - Giannascoli”, del quale abbiamo parlato nella prima puntata dell’inchiesta (QUESTA), una prova che riposava tra le carte di Misantone:
«…c’erano tante vergatine scritte con la macchina da scrivere, delle canzoni di Misantone, e tra queste c’è una partitura di Arvì con l’indicazione del solo Misantone e nessun altro… »PHOTO-2025-08-12-09-58-39.jpg
A supportare la tesi di Piccari, c’è la testimonianza del figlio dell’autore, Antonio Misantone junior per tutti “Totò”:
«L’ha scritta papà, sia il testo sia la musica… il fatto che sul disco sia comparsa l’indicazione di Vetuschi… si deve proprio al disco, perché prima nessuno metteva in discussione il fatto che quella canzone fosse di papà…».
Il figlio del medico poeta, non nasconde il fatto che il padre, che non era un musicista, avesse l’abitudine di appoggiarsi ad altri per la definizione effettiva della partitura:
«…ricordo benissimo, da piccolo, che chiamava a studio alcune ragazze del paese con la voce molto bella, per farle cantare, per insegnare loro le canzoni che aveva composto e le spiegava sulle arie che aveva immaginato, poi le registrava e le portava a qualche musicista suo amico, perché scrivesse la musica… creava l’”aria” … su Arvì non credo sia stato Giannascoli, perché la loro collaborazione è partita con Ninnelle, c’era una signora di Penne, della quale ricordo solo il cognome, Baroni, poi padre Donatangelo Lupinetti di Collecorvino, tutti musicisti ai quali si rivolgeva e con i quali, a seconda del momento, collaborava…».

E tra questi, sembra di intuire che non ci fosse Vetuschi…

«…papà era del 1900, Vetuschi era del 1927, quando è stata scritta la canzone, nei primi Anni ’50, poi vinse in quegli anni il Festival dell’Aquila… ma all’epoca Vetuschi aveva meno di trent’anni e non credo che mio padre si sia rivolto ad un musicista così giovane per farsi musicare la sua canzone…».
Anche altri illustri studiosi, come ricorda Piccari nel suo libro, ebbero modo di scrivere di Arvì e, nelle loro ricerche, ne identificarono l'autore in Misantone. Come Gaetano D'Aristotile e Oberdan Merciaro.
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Quella di Totò Misantone, sia chiaro, non è assolutamente una rivendicazione legata ad un qualche, pur lecito, interesse economico, anzi:

«Quando papà è morto, nel 1962, noi abbiamo deciso di rinunciare ai diritti sulle sue canzoni, perché le sue poesie fossero patrimonio di tutti… quindi probabilmente al momento di inciderla, non essendoci alcuna attribuzione, Vetuschi che l’aveva adattata e portata a quattro voci ha pensato di registrarla… e va benissimo, vista poi l’opera di diffusione che ne ha fatta, ma forse sarebbe stato più corretto scrivere “testo di Misantone, musica di Misantone - Vetuschi”… questo è quello che mi dispiace… ».

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Con la seconda puntata della nostra inchiesta, sembra dissolversi la “pista” Giannascoli e si apre come più che credibile la pista della canzone scritta e musicata da Misantone, almeno come “aria” base.
Caso risolto, dunque?

Chissà. 

Ricordate che, in ogni giallo che si rispetti, nulla è mai come sembra e non può mancare il colpo di scena finale.

Alla prossima puntata…