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gagafattaffaaa.jpegMattia Bella De Iovita, teramano, insegnante in Germania, amico e da sempre “collaboratore atipico” di certastampa, ha vissuto a cavallo di Ferragosto un momento molto particolare, che l’ha portato in un attimo dalla serenità di una vacanza nella sua città, ad un lettino del reparto di Neurologia del Mazzini. Il resto, lo lasciamo raccontare da lui, con questa sua lettera

Il 14 agosto la mia vita ha avuto una brusca frenata: sono arrivato in ospedale con una piccola emorragia cerebrale. Dopo tre ore in pronto soccorso, tra dolori lancinanti e la paura che tutto potesse peggiorare da un momento all’altro, sono stato ricoverato in Neurologia. Avevo dolori alla testa così forti da impedirmi anche solo di muovermi, e dentro di me la paura cresceva: temevo che la mia vita potesse cambiare per sempre. Ma in quel momento difficile ho avuto la fortuna di incontrare persone straordinarie. Un gruppo di infermiere e infermieri giovani, preparati, pieni di energia, di umanità e di coraggio. Non smetterò mai di ringraziarvi: siete stati un faro nella mia notte più buia. Chi affronta un dolore così devastante sa quanto sia facile lasciarsi andare allo sconforto. Ed è proprio lì che voi siete intervenuti: con un sorriso, una battuta, una parola giusta, siete riusciti a restituirmi un po’ di leggerezza e a ridarmi la forza di resistere. Siete “macchine da guerra” in prima linea, ma con un cuore enorme che non smette mai di battere per gli altri. Cara Patrizia, Alessandra, Jessica (entrambe), Alice, Chiara e cari Guido, Stefano, Franco e Francesco: a voi va il mio applauso più grande. Avete dimostrato una pazienza, una professionalità e un’empatia che vanno oltre ogni dovere. Essere infermiere non è solo un mestiere: è una missione, una vocazione che richiede cuore, dedizione e tanta forza interiore. Voi incarnate tutto questo alla perfezione. Per questo vi dico, dal profondo del cuore: GRAZIE. Grazie per ogni attenzione, per ogni sorriso, per ogni incoraggiamento. Grazie per avermi fatto sentire meno solo nella paura. Grazie perché, anche nel dolore, mi avete insegnato che la speranza e l’umanità sono più forti di tutto. 
Con infinita gratitudine,
Mattia Bella De Iovita