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carabinieri 1024x292Spostandosi con biciclette elettriche a noleggio consegnavano dosi di droga come se fossero corrieri regolari. Così due minorenni e tre maggiorenni sono finiti sotto la lente dei Carabinieri di Montesilvano, che hanno dato esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare nell’ambito dell’operazione ribattezzata “Rider”. Un 22enne di Montesilvano è finito in carcere, così come uno dei due fratelli tunisini residenti a Pescara. Per l’altro fratello è stato disposto l’obbligo di dimora con presentazione alla polizia giudiziaria. I provvedimenti, emessi dal gip del Tribunale di Pescara Giovanni De Rensis su richiesta del sostituto procuratore Gennaro Varone, si aggiungono a quanto già disposto lo scorso luglio per due minorenni coinvolti nella rete, collocati in comunità. L’indagine è stata coordinata dalla Procura di Pescara in sinergia con la Procura dei Minorenni dell’Aquila. Il nome dell’inchiesta non è casuale: i due minori svolgevano il ruolo di “fattorini” dello stupefacente, incaricati di consegnare le dosi ai clienti per conto degli indagati maggiorenni. A carico degli arrestati, oltre alle accuse di spaccio e detenzione di droga a fini di spaccio, gravano anche le aggravanti per aver indotto minori a commettere reati e per la cessione di sostanze a persone di età inferiore ai 18 anni. L’attività investigativa è partita nell’ottobre 2022, dopo l’arresto in flagranza del giovane montesilvanese sorpreso a nascondere grossi quantitativi di marijuana, hashish e cocaina in garage presi in affitto. Durante il blitz i Carabinieri hanno sequestrato oltre due chili di marijuana e rinvenuto involucri che avrebbero contenuto circa 50 chili di sostanza. L’analisi dei telefoni sequestrati ha permesso di ricostruire i movimenti della droga, codificati attraverso simboli e scritte, e di risalire al canale di approvvigionamento. Le richieste degli acquirenti arrivavano tramite una chat su Telegram che copriva un’area vasta, da Teramo fino a Ortona. Ricevute le partite di droga, gli indagati le smistavano ai minori, che a bordo di bici elettriche a noleggio raggiungevano scuole e piazze di spaccio. Secondo gli inquirenti, il sistema garantiva incassi stimati in circa 50mila euro in due mesi, con lo smercio di 22 chili di sostanze stupefacenti.