Mentre continuano le polemiche sugli autovelox installati lungo la San Nicolò–Garrufo, tarati a 70 km/h e finiti al centro di ricorsi e contestazioni da parte di comitati spontanei di cittadini e automobilisti, e il consigliere comunale Luca Corona si erge a Masaniello stradale, la Provincia di Teramo va avanti nel suo piano di controllo della viabilità. L’ente ha infatti già avviato l’iter per l’attivazione di altri tre dispositivi di rilevamento della velocità. Secondo quanto stabilito dalla normativa, i nuovi autovelox verranno collocati sulle arterie provinciali che presentano i maggiori volumi di traffico e i più elevati indici di incidentalità.
Le strade individuate sono:
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Sp 1 “Bonifica del Tronto”, asse strategico che collega numerosi comuni della Vallata;
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Sp 8 “Fondovalle Salinello”, direttrice ad alta percorrenza;
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Sp 80, l’ex Statale 80, meglio conosciuta come la vecchia Teramo–Mare.
Obiettivo dichiarato dall’amministrazione provinciale è quello di incrementare la sicurezza stradale, scoraggiando le condotte di guida pericolose e riducendo il numero degli incidenti. Ma l’annuncio rischia di alimentare nuove tensioni, in un clima già acceso dalle contestazioni sugli autovelox della San Nicolò–Garrufo, con cittadini e associazioni che parlano di misure “solo per fare cassa” e promettono battaglia legale.
La partita, insomma, è appena iniziata: da un lato la Provincia che difende la linea della prevenzione, dall’altro comitati e automobilisti che denunciano eccessi di rigidità.
foto elaborazione AI