In provincia di Teramo, si trova Basciano, un paese, il mio paese. Un tempo pulsava di vita e colori. Mi riferisco in special modo al centro del paese. Le strade, erano animate da risate e chiacchiere, ora si snodano silenziose, accarezzate dal vento che porta con sé l'eco di un passato vivace. Gli esercizi commerciali, un tempo fucine di incontri e scambi, hanno chiuso uno dopo l'altro, lasciando dietro di sé solo il bar del paese, un luogo per i pochi rimasti, dove il profumo del caffè si mescola con il ricordo di storie condivise. L’ottimo ristorante” A fuoco lento”, la tabaccheria e l’immarcescibile barbiere Gabriele sono gli unici ed ultimi baluardi di resilienza e di presidio della nostra piazza, più di semplici locali, sono spazi di una comunità dove ogni storia sembra appartenere a chiunque.
La grande e accogliente piazza Vittorio Emanuele. un tempo fulcro della vita sociale e politica, racconta storie di incontri, festeggiamenti e dibattiti animati, dove le voci dei cittadini si mescolavano al suono delle risate e delle chiacchiere. Oggi, mentre il centro del paese si trova a fronteggiare una lenta ma e speriamo non inesorabile decadenza, la piazza è stata e rimane un simbolo di ciò che è stato e di ciò che potrebbe ancora essere. L'agorà, o piazza, ha sempre rappresentato il cuore di un paese, dove la vita sociale, politica e culturale si intrecciano. In molte culture, la piazza è stata il palcoscenico di eventi storici, celebrazioni e discussioni pubbliche, fungendo da catalizzatore per la comunità.
Nel contesto di Basciano, la piazza Vittorio Emanuele si erge come un simbolo di questa tradizione. Un tempo affollata da mercanti, artisti e cittadini, la piazza era il luogo dove si svolgevano le feste patronali, i mercatini, ricordo ancora quello che si svolgeva il 16 luglio, e i dibattiti politici e che bei dibattiti. Qui, le voci dei cittadini si mescolavano al suono delle risate e delle musiche, creando un'atmosfera vibrante e accogliente. Le case che la circondano, con i loro dettagli storici, raccontano storie di un passato ricco di vita e comunità.
La piazza non è solo un luogo fisico, ma un concetto culturale profondo. Nella Grecia antica, l'agorà era il centro della vita pubblica, dove i cittadini si riunivano per discutere questioni di interesse comune. Questo modello si è ripetuto nel corso della storia, con piazze che hanno visto nascere movimenti sociali e culturali, diventando simboli di libertà e partecipazione.
In un paese come Basciano, la piazza rappresenta un'opportunità per rivitalizzare la comunità. È il luogo dove le generazioni possono incontrarsi, dove i giovani possono apprendere dai saggi e dove le tradizioni possono essere celebrate e tramandate. I pregevoli lavori che sono stati realizzati ultimamente dall’amministrazione comunale hanno rinnovato la piazza hanno ridato una veste estetica migliore per rievocare i suoi storici fasti ma ora bisogna riempirla di contenuti e di futuro, rendendola un centro di attività culturali e sociali. Questa è ora la sfida più importante che ogni bascianese deve sentire sua. Significherebbe riportare la vita nel centro del paese che in questo momento potrebbe sembrare svanire. C’è un cartello segnaletico che campeggia all’ingresso del paese che richiama l’attenzione degli automobilisti a rallentare perché “In questo paese i bambini giocano ancora per strada” ed è proprio questo quello che sarebbe auspicabile fare, riportare tanti bambini a Basciano. La rinomatissima sagra del prosciutto, giunta alla sua 56ª edizione e ben gestita dalla proloco, rappresenta senza dubbio un momento di festa e di aggregazione, nel quale la piazza rivive i suoi fasti antichi ma non può bastare a risolvere le sfide quotidiane del paese. È un evento bellissimo, l’ho visto nascere negli anni 60 e che celebra le tradizioni culinarie, ma non può da solo attrarre nuove famiglie o fermare il lento declino demografico.
L’ amministrazione, con una visione ed un impegno lodevoli, ha investito in asili nido, strutture ricettive, rinnovando la piazza, mense scolastiche e campi di calcio, cercando di dare nuova vita a un luogo che sembra spegnersi. Ma nonostante questi encomiabili sforzi, la popolazione continua a diminuire anche se siamo ancora in tempo a porre rimedio come indicano i numeri. Non possiamo attendere oltre infatti: è al 95° posto su 305 comuni in regione per dimensione demografica; è al 4027° posto su 7896 comuni in ITALIA per dimensione demografica; è al 6245° posto su 7896 comuni in ITALIA per età media, significa che ha un'età media inferiore rispetto a circa il 78% degli altri comuni. Dobbiamo muoverci tutti insieme ora, ogni idea può essere importantissima.
I bambini, simboli di speranza e futuro, sono sempre meno, mentre gli anziani, custodi di memorie e tradizioni, diventano la parte predominante di una comunità che si fa sempre più fragile.
In questo scenario melanconico, mi interrogo su come potrebbe tornare Basciano a brillare sotto questi aspetti. È impresa ardua, ma sono certo che l’amministrazione comunale potrà trovare la giusta soluzione vista anche la passione e la vitalità che hanno dimostrato sino ad ora insieme al supporto della popolazione. Devono solo spostare il loro focus dalle tante opere pubbliche utilissime a strategie che affrontino la sfida demografica.
Una residenza per anziani? Potrebbe sembrare un ossimoro, ma potrebbe essere una risposta. Un luogo dove la saggezza degli anziani possa incontrare la freschezza dei giovani, creando un ponte tra generazioni. Potrebbe diventare un centro di attrazione, non solo per chi cerca un posto dove trascorrere serenamente la propria vecchiaia, ma anche per famiglie in cerca di un ambiente tranquillo e ricco di storia.
Non sono certamente idoneo a trovare soluzioni perché non è assolutamente facile, ma posso far correre la fantasia ed immaginare che accanto alla RSA, venga creata una "Casa delle Generazioni", un centro multifunzionale che promuova il dialogo e la coesione sociale tra diverse fasce d'età attraverso eventi e attività condivise, in sintesi un centro polifunzionale dove anziani e giovani possano incontrarsi e collaborare. Questo spazio potrebbe ospitare laboratori creativi, corsi di artigianato, e attività culturali, dove le mani esperte degli anziani si uniscono alla curiosità dei più giovani. Qui, i ragazzi potrebbero imparare molto e gli anziani riscoprirebbero la gioia di trasmettere le proprie conoscenze e abilità.
Si potrebbe sviluppare un programma di "tutoring intergenerazionale", in cui gli anziani offrono supporto scolastico ai bambini e ai ragazzi del paese. Questo non solo aiuterebbe i giovani a migliorare le loro competenze, ma creerebbe anche legami affettivi e di rispetto tra le generazioni, trasformando la RSA in un punto di riferimento per l'intera comunità.
In questo modo, Basciano non sarebbe solo un luogo di rifugio per anziani, ma un laboratorio di vita, dove la saggezza si fonde con l'energia dei giovani, creando un ambiente vibrante e accogliente. Lo so ho fantasticato troppo, ma è quello che ho pensato e se ogni cittadino proporrà la sua idea potrà dare uno spunto a chi amministra anche se è certo che è più facile suggerire ma è più difficile trovare soluzioni. Non ho nessuna presunzione in tal senso, ma sono nato in Piazza Vittorio Emanuele (casa della famiglia Protasi), sono cresciuto in questo paese, sono rimasto con la mia famiglia anche quando mancava il sorriso, ho lavorato in diverse regioni d’Italia senza mai sradicare le mie radici e qui sto invecchiando e quindi provo a dare il mio contributo di idee. La speranza non sarebbe solo un sentimento, ma una realtà tangibile, in cui ogni generazione contribuisce a scrivere la storia di un paese che, pur nella sua malinconia si preparerebbe a rinascere. Guardo al futuro con fiducia, certo che il paese e la sua piazza continueranno a essere un punto di riferimento per le generazioni a venire, un luogo dove il passato e il presente si fondono in un abbraccio di bellezza e significato. Illustri scrittori hanno decantato l’importanza della piazza “La piazza" di M. M. Kaye - Questa novella racconta la vita quotidiana in una piazza indiana, mettendo in luce le interazioni tra le persone e l'importanza di questo spazio come centro di vita sociale e culturale. "La città della gioia" di Dominique Lapierre - Sebbene non sia un'opera esclusivamente italiana, il romanzo descrive la vita in una piazza di Calcutta, evidenziando l'importanza degli spazi pubblici come luoghi di incontro e di condivisione. "La piazza" di Alberto Moravia. Il racconto parla di un incontro tra un giovane e un vecchio saggio nella piazza, dove il giovane, rappresentante della modernità, incontra e dialoga con l'uomo più anziano, depositario di saggezza e di una visione del mondo ormai superata ma ancora valida.
Ne potremmo citare tanti altri e sarebbe pleonastico. Investire nella nostra piazza significa investire nel cuore della nostra comunità, Solo così possiamo costruire un futuro più luminoso e inclusivo e sono certo che ce la faremo.
Daniele Martegiani