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rapina poste 653x437Un ammanco da oltre mezzo milione di euro e una serie di operazioni mirate a ripulire i conti di ignari risparmiatori. È questa la vicenda approdata oggi davanti al Gup del Tribunale di Teramo, Roberto Veneziano, per l’udienza preliminare che vede coinvolte due (ormai ex) dipendenti dell’ufficio postale di Corropoli: Manuela Di Matteo, consigliera comunale, e Sabrina Giosia. Secondo l’accusa, tra il 2015 e il 2024 le due avrebbero sottratto somme di denaro a un correntista, la cui denuncia ha poi fatto emergere altri casi di ammanchi segnalati da altri risparmiatori. La Procura, rappresentata dal pm Laura Colica, ha chiesto il rinvio a giudizio. Per Di Matteo il processo si aprirà il 4 dicembre con rito abbreviato: a suo carico l’ammanco di 550mila euro e i reati di peculato aggravato, truffa, sostituzione di persona e autoriciclaggio aggravato. Per Giosia, invece, si procederà con giudizio ordinario, con udienza fissata al 27 novembre: l’ex dipendente dovrà rispondere di un ammanco di circa 20mila euro, con un solo capo di imputazione. Le accuse, è bene ricordarlo, dovranno essere dimostrate in sede processuale. Si sono costituite parti civili la vittima principale della vicenda, rappresentata dall’avvocato Gennaro Lettieri, e Poste Italiane, assistita dall’avvocato Nunzia De Ceglia. L’azienda, in una nota ufficiale, ha ribadito di aver avviato tempestivamente indagini interne attraverso la propria struttura di Fraud Management, fornendo piena collaborazione alle autorità e adottando provvedimenti disciplinari nei confronti delle dipendenti: licenziamento senza preavviso per una, massima sanzione conservativa per l’altra. «Pur essendo soggetto danneggiato – si legge nella nota – Poste Italiane provvederà a risarcire i clienti colpiti dalle azioni fraudolente».