Sei ex dirigenti della Camera di Commercio di Teramo sono accusati di aver favorito un ex segretario generale. L’uomo avrebbe percepito indebitamente emolumenti non spettanti tra il 2014 e il 2021. L’indagine è stata condotta dalle Fiamme gialle su incarico della Procura regionale contabile dell’Aquila. L’ammontare contestato è di 633 mila euro, che - come racconta Il Messaggero - gli ex vertici rischiano di dover risarcire all’ente. Secondo l’accusa, i pagamenti violavano la normativa sui contratti collettivi nazionali. Inoltre, la Camera di Teramo non aveva la complessità strutturale necessaria per giustificare simili compensi. Il confronto con le Camere di Pescara e L’Aquila ha evidenziato il caso. Dal 2020, infatti, la Camera di Teramo è stata accorpata a quella dell’Aquila nella nuova Camera di Commercio Gran Sasso d’Italia. Il Mef e il Ministero delle Attività Produttive avevano già segnalato irregolarità, ma senza esito. Secondo la Procura, gli indagati hanno agito consapevolmente in modo illegittimo, mantenendo una condizione di irregolarità strutturale per favorire l’arricchimento del segretario. Il processo si terrà davanti alla Sezione giurisdizionale per l’Abruzzo della Corte dei Conti.