Marco non è morto.” Lo ripetono con forza i familiari di Marco Di Marcello, 37 anni, biologo e guida alpina originario di Villa Zaccheo di Castellalto, disperso da giorni in Nepal dopo la valanga che ha travolto la spedizione diretta al Dolma Khang. Mentre dal Paese asiatico arrivano notizie sempre più drammatiche, la famiglia di Marco continua ad aggrapparsi alla speranza. L’ultimo segnale del dispositivo satellitare ci raccontano al telefono che l’alpinista aveva con sé risulta ancora attivo, e mostra un movimento: “Il segnale si aggiorna ogni quattro ore e l’ultima traccia indica uno spostamento verso una quota più bassa. Marco si muove, e questo per noi è segno che è ancora vivo”. Le ricerche di Di Marcello proseguono, ma il maltempo e le difficili condizioni in quota stanno rallentando gli interventi. I familiari restano in contatto costante con il capo spedizione e con le autorità italiane, mentre in Abruzzo si moltiplicano i messaggi di vicinanza e solidarietà. “Finché quel segnale resta attivo, Marco è vivo per noi – ripetono i familiari –. Non ci arrenderemo finché non lo riporteremo a casa.” «Il segnale del radio satellitare in possesso di Marco, che viene poi triangolato a Londra, dove risiede la moglie del capo spedizione e sherpa del gruppo, Tenjing Phurba, è ancora attivo — spiega il fratello Gianni —. La traccia del segnale (che si aggiorna ogni 4 ore) in questi due ultimi giorni, sarebbe chiara: il "puntino" che corrisponde alla sua posizione, due giorni fa era in discesa e ieri in salita, segno evidente che Marco si muove e quindi ancora in vita».


