Fragile, manipolata, sfruttata fino a costringerla alla prostituzione: è questo il quadro emerso dalla condanna di una 32enne teramana e del suo ex compagno 44enne. Lei è stata condannata a un anno e sei mesi per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione aggravata, lui a sei anni per violenza sessuale. La vicenda nasce nel reparto di Psichiatria dell’ospedale “Mazzini” di Teramo, dove la vittima, 32enne, con un passato di tossicodipendenza era ricoverata per depressione.
Secondo l’accusa, la coppia l’avrebbe costretta a prostituirsi, presentandole i clienti e chiedendo una provvigione di 20 euro a prestazione. In aula, come ricostruisce il Messaggero, la coppia ha negato le accuse e sostenuto che i rapporti fossero consensuali. Ma la procura ha ricostruito un quadro diverso: una vittima con personalità borderline e disturbi alimentari, facilmente manipolabile.
La donna sarebbe stata indotta ad avere due rapporti sessuali proprio approfittando della sua evidente infermità psichica. La scoperta da parte della famiglia l’avrebbe portata anche a un tentato suicidio, poi sventato.

