L'annunciata vendita delle reti e degli impianti di distribuzione del gas naturale, al punto n. 4 del prossimo Consiglio comunale, certifica il fallimento delle amministrazioni Astolfi-Ferretti.
Atri verrebbe privata della sua infrastruttura pubblica più grande e strategica, con un danno diretto per la collettività, che perderebbe ogni voce sulle concessioni, sul futuro della rete e sugli introiti della distribuzione del gas metano. A guadagnarci sarebbero altri, che deciderebbero costi, profitti e possibili speculazioni su un impianto che corre sotto i nostri piedi.
La scelta arriva proprio mentre l'ATEM, che decisione gli impianti comunali della provincia, sta trattando l'affidamento dell'intera rete provinciale a un unico gestore, con futuri benefici economici per i Comuni consorziati.
È ancora più grave che non si vende una grande infrastruttura pubblica per costruirne un'altra: non si aliena la rete del gas per realizzare una centrale eolica o fotovoltaica pubblica o per accrescere o rivalutare il patrimonio comunale. Questo suicidio amministrativo, patrimoniale e contabile serve a coprire i debiti accumulati in quasi vent'anni dalla voracità politica e dall'incapacità amministrativa del centrodestra atriano.
I debiti, li paghino coloro che li hanno prodotti, senza svendere ciò che resta del patrimonio cittadino; in alternativa, si dimettano e restituiscano ai cittadini il diritto di decidere chi e come dover gestire il loro fallimento.
Ci impegniamo fin da subito a coinvolgere tutte le forze di centrosinistra della provincia in un'azione comune per impedire, con ogni mezzo e in ogni sede, questa umiliazione gratuita che mette in pericolo il futuro della Città di Atri.
Il coordinamento Sinistra Italiana di Atri

