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La Procura ritiene che l’uccisione di Stefano Lanciani sia stata il risultato di un piano preciso, maturato e attuato con estrema ferocia. Per questo il pubblico ministero Roberta D’Avolio, al termine delle indagini preliminari, ha messo nero su bianco una richiesta pesantissima: l’ergastolo per il fratello Davide. Gli inquirenti parlano di un delitto premeditato, scaturito da contrasti familiari legati all’eredità. A rafforzare l’accusa sono una serie di comportamenti ritenuti inequivocabili, dagli appostamenti sotto casa della vittima fino alla scelta di caricare in auto strumenti atti a colpire. Il 25 marzo scorso l’indagato avrebbe seguito il fratello, affrontandolo prima verbalmente e poi con violenza. Dopo averlo colpito alla testa, lo avrebbe investito più volte con l’auto, mentre decine di persone assistevano senza intervenire.