Vi ricordate l’area dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale (IZS) in contrada Gattia? Un’area vasta, strategica e di valore, stimato già nel 2019 in oltre due milioni di euro, oggi simbolo di una gestione che continua a sollevare interrogativi. La struttura, dismessa a seguito della delocalizzazione dell’IZS nella sede di Colleatterrato, non è formalmente abbandonata: un custode ne garantisce la sorveglianza e un minimo di manutenzione. Ma, al di là di questa presenza, l’area resta di fatto inutilizzata, chiusa e priva di una reale funzione pubblica o produttiva. Eppure le alternative non mancherebbero. L’istituto potrebbe scegliere di affittare l’immobile, generando entrate, oppure procedere alla vendita, liberando risorse economiche da reinvestire in attività istituzionali, ricerca o servizi. Scelte che appaiono tanto logiche quanto, finora, disattese. Nel frattempo il tempo passa, i costi di gestione restano e il rischio è quello di assistere a un progressivo deprezzamento di un bene che, per posizione e dimensioni, potrebbe rappresentare un’opportunità concreta per il territorio. Un’area che potrebbe essere riconvertita, riutilizzata, restituita alla collettività o al mercato, anziché rimanere sospesa in una sorta di limbo amministrativo. La domanda, dunque, torna ad affacciarsi con forza: perché un patrimonio pubblico di questo valore resta fermo? È una questione di scelte politiche, di vincoli burocratici o di semplice mancanza di una visione strategica? 



