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C’è bisogno di fare presto. La provincia di Teramo ha bisogno di ripensare il suo modello di sviluppo, di ri-posizionarsi, di fare lobby  ma non ha più molto tempo per le analisi di lungo periodo e deve individuare subito un percorso che inverta la tendenza. Se lo aspettano le imprese ma, soprattutto, ne hanno bisogno i tanti disoccupati e inoccupati che hanno bisogno di vedere ricreate “opportunità di lavoro”. I dati sono allarmanti e non da oggi.  Pur essendoci ancora un forte tessuto industriale che, in alcuni settori, come l’agroalimentare e l’automotive, aggancia mercati nazionali e internazionali, la provincia teramana non aggancia alcuna ripresa occupazionale.   Dopo una pausa di qualche anno, questa mattina, in Provincia, è tornato a riunirsi l’Osservatorio per lo sviluppo e l’economia  su iniziativa del presidente Renzo Di Sabatino. La riunione si è svolta mentre nella sale a fianco gli assessori regionaliDino Pepe e Mario Mazzocca, il direttore regionale Giancarlo Zappacosta, Carola Di Paolo dell’Arpa, il consigliere Sandro Mariani, il manager della Asl di Teramo Roberto Fagnano  incontravano i cittadini e le istituzioni per la prima giornata di “Regione incontra il territorio.   Al termine di un dibattito che ha visto la partecipazione delle associazioni imprenditoriali, dei sindacati, dell’Università, della Camera di Commercio si è deciso di affidare una un gruppo ristretto – Cristian Corsi dell’Università di Teramo, Salvatore Florimbi della Camera di Commercio, lo stesso Presidente supportato dal settore lavoro e da quello delle relazioni industriali – il compito di fare sintesi rispetto alle analisi (fotografia dell'esistente, criticità, opportunità) ma soprattutto alle “proposte” che saranno presentate entro 20 giorni dai partecipanti. “Poi vedremo attraverso quali canali, o quali collaborazioni, possiamo far vivere le nostre idee” ha chiosato il Presidente facendo rifermento sia alla programmazione regionale che a quella europea.   Intanto il prossimo 27 gennaio le Regioni Marche e Abruzzo e le due Province (oltre Teramo anche Ascoli Piceno) torneranno al Ministero dello Sviluppo Economico, per incontrarsi con il viceministro Claudio De Vincenti per “riprendere” il discorso sul progetto del Protocollo d'intesa Val Vibrata-Tronto (sottoscritto anche dalla Regione Marche e dalla Provincia di Ascoli Piceno) che già nel 2012 figurava fra gli 8 progetti vagliati dal Ministero dello Sviluppo per diventare Accordi di programma da finanziare.   Una fotografia dell’esistente e, naturalmente, le ipotesi di “azioni strategiche” utili per tutti e per tutto il territorio e non solo “per il comune o il sindaco più bravo che, legittimamente, arriva prima”.   Due  le questioni fondamentali, poste dalla Provincia, per evitare che il tavolo sia un esercizio retorico: -          Il lavoro dell’Opes deve convergere con quello del tavolo dei Sindaci -          L’Opes dovrebbe “aprirsi” al territorio e quindi ai giovani (Confindustria Giovani,  imprese che rappresentano un modello, che ce l’hanno fatta, coinvolgimento delle Start up: ce ne sono molte nel settore innovazione, digitale, servizi, tanti esempi di eccellenza)   Su questa linea gli interventi, fra gli altri di Salvatore Florimbi della Camera di Commercio e di Cristian Corsi, docente dell’Università di Teramo, esperto di marketing e comunicazione d’impresa. Corsi, in un passaggio del suo intervento, ha parlato di quelle realtà italiane “che si sono reinventate senza alcun sostegno pubblico ma con drastico cambio di passo culturale e imprenditoriale”. Florimbi ha invitato a fare presto per evitare a Teramo “una morte annunciata” e si è dichiarato disponibile, come Camera di Commercio, a collaborare. Per la prima volta all’Opes gli “under 35” di Confindustria. “In provincia di Teramo ci sono significative realtà industriali anche se di piccole dimensioni, parliamo di realtà di eccellenza – ha esordito Giammaria De Paulis -  automotive, software, moda, legno. I nostri competitors  non sono i pescaresi o gli aquilani, bensì turchi, indiani, soprattutto nelle nuove tecnologie, conoscono tre lingue, sono nativi digitali e soprattutto sono "aggressivi" sul mercato del lavoro. Dobbiamo colmare il digital divide”. Dalle analisi dei dati di Cresa, Camera di Commercio, Istat emergono alcuni elementi di riflessione:   - presenza di un forte tessuto industriale il quale riveste ancora, nonostante la crisi, in alcuni settori, un posto di rilievo nella graduatoria nazionale; - associazioni ed imprenditori che auspicano l’attivazione di politiche di integrazione e di maggiore collegamento con il mondo della ricerca; - ci sono imprenditori disposti ad investire in settori nuovi ed innovativi ed alcune imprese che hanno avviato interessanti azioni di diversificazione produttiva; - si avverte l’esigenza di una forte “governance” territoriale in grado di supportare il sistema produttivo locale sui mercati nazionali ed esteri e di esercitare un’azione di lobby nei efficace e trasparente sulla regione e sul governo per ottenere sostegno finanziario alla ripresa dell’area teramana; - amministratori pubblici che vorrebbero accettare la sfida di andare incontro alle imprese attraverso la riduzione e/o il congelamento di alcuni tributi locali ad esempio     Alcune macro azioni che possono convergere su un progetto a breve e medio termine     Innovazione Rapporti con le università; creazione di imprese nel terziario avanzato; Incentivi all’innovazione; Centro di innovazione Territoriale (raccordato con i Poli); Marchi territoriali Export e tutti i servizi ad esso utili   Integrazione   Attivazione reti settoriali ed intersettoriali; Progetti di filiera e intersettoriali; Incentivi all’integrazione produttiva.   Riconversione eco-sostenibile del territorio   Riqualificazione aree produttive; Messa in sicurezza del territorio; Mobilità (piste ciclabili)   Dai primi incontri con le aree omogenee e emergono già alcune assi strategiche:    
  • Completamento Pedemontana Abruzzo-Marche
  • Completamento Teramo - Mare
  • Piano straordinario di messa in sicurezza del territorio
  • Riqualificazione aree industriali
  • Riqualificazione ambientale (da collegare al turismo: fra gli interventi che più vengono sostenuti il completamento delle piste ciclabili)