In merito all'incendio nel cantiere di via Nicola Dati, dopo aver ricevuto una telefonata dall'imprenditore Alessandro Mucciconi, sul tono della quale preferiamo glissare, abbiamo appena ricevuto una pec dal legale della "Mucciconi Group", l'avvocato Serafino Di Bonaventura, che qui riportiamo integralmnente
Apprezzatissimi,
in nome e per conto del signor Alessandro Mucciconi, Patron della realtà imprenditoriale denominata “Mucciconi Group”, si espone quanto segue.
In data odierna avete pubblicato sul Vostro sito di informazione online denominato “certastampa.it” un articolo dal contenuto gravemente lesivo dell’immagine e della reputazione della realtà imprenditoriale denominata “Mucciconi Group” e del suo Patron, sig. Alessandro Mucciconi.
Nel mentovato articolo, accompagnato da fotografie, nonché da immagini e dal logo della “Mucciconi Group”, vengono riferite e/o si allude a circostanze non vere in ordine ad un “cantiere in fiamme” imputando pubblicamente alla “Mucciconi Group” una condotta mai verificatasi.
Tale modo di procedere risulta inaccettabile e gravemente pregiudizievole, poiché trascina in un pubblico processo mediatico una ditta privata, con l’aggravante di averne pubblicato il nome, le immagini e il logo aziendale, elementi che fanno apparire la descritta condotta non come un semplice esercizio del diritto di cronaca, bensì come un attacco personale e deliberato ai danni della Mucciconi Group e del suo legale rappresentante.
È superfluo ricordare che il giornalismo, nella sua nobile missione, dovrebbe sempre operare con equilibrio, competenza e rispetto.
Quanto accaduto costituisce una deviazione grave e intollerabile da tali principi, poiché si è trasformata e mascherata una presunta “notizia” in un atto di pubblica denigrazione, del tutto privo di prudenza, misura e responsabilità.
Non si comprende quale sia il fine di un simile gesto.
Pertanto, si chiede con fermezza e urgenza:
L’immediata rimozione dell’articolo da ogni canale social o sito gestito dalla Vostra società;
La comunicazione del nominativo della persona fisica o del gruppo di persone che hanno materialmente redatto e pubblicato l’articolo;
L’adozione di ogni misura disciplinare o interna ritenuta opportuna per prevenire ulteriori episodi analoghi, che minano la credibilità del giornalismo e la fiducia dei cittadini nella sua azione.
Si rappresenta, altresì, che il signor Alessandro Mucciconi si riserva di adire ogni competente sede, anche giudiziaria, al fine di ottenere il risarcimento dei danni all’immagine e alla reputazione derivanti dalla condotta sopra descritta.
Con ogni riserva di legge.
Distinti saluti.
Avv. Serafino Di Bonaventura
Gentile avvocato, è sempre un piacere poter incontrare qualcuno che, nell'esercizio della propria professione... cerca di insegnarci la nostra. Vede, di "gravemente lesivo", e non della reputazione di una persona, ma dell'articolo 21 della Costituzione, c'è il suo tentativio di limitare la libeertà di stampa, che anima e giustifica il nostro lavoro. Compito del giornalista, gentile avvocato, non è quello di perseguire "equilibrio, competenza e rispetto", ma la verità dei fatti. Ci lasci dire, poi, che "equilibrio e rispetto" per come sembra volerli intendere lei, hanno un vago sapore di sudditanza e di sottomissione, pratiche che non si addicono al giornalismo.
Un po' triste, poi, è il tentativo - offensivo e diffamatorio (per il quale ci riserviamo di interessare i nostri legali) - di voler accreditare un nostro "atto di pubblica denigrazione" del quale, lei scrive "Non si comprende quale sia il fine", con una gravissima illazione.
Detto questo, a beneficio suo e del suo cliente, ricordiamo che:
L’attività giornalistica, in qualunque ambito, si ispira alla libertà di espressione sancita dalla Costituzione italiana e dalle norme internazionali ed è regolata dall’articolo 2 della Legge n. 69 del 3 febbraio 1963:
«È diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d’informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede. Devono essere rettificate le notizie che risultino inesatte e riparati gli eventuali errori. Giornalisti e editori sono tenuti a rispettare il segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario di esse, e a promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti e editori, e la fiducia tra la stampa e i lettori».
Detto questo, andiamo al caso di specie.
- in via Dati c'è stato un incendio in un cantiere. È UN FATTO
- per domarlo sono dovuti intervenire i Vigili del Fuoco. È UN FATTO
- l'impresa al lavoro nel cantiere è la Mucciconi Group. È UN FATTO
Nel nostro articolo, sono riportati senza commenti, solo cronaca.
Nello stesso articolo, riportiamo anche dell'ipotesi di un incendio originato da un falò acceso dagli operai, non si tratta di una nostra ipotesi, ma dei primi accertamenti effettuati da parte della Polizia Provinciale.
Non appena ricevuta la telefonata del suo cliente, abbiamo provveduto a riportare - quale esercizio del diritto di replica - la sua versione dei fatti, anche rivedendo il titolo.
Nessun commento, solo fatti.
Nessuna attribuzione di colpa, solo fatti.
Nessun "processo mediatico ad una ditta", solo fatti.
Sarà nostra cura seguire tutto l'iter della vicenda e ripotarne poi le conclusioni.
Sempre e solo nel rispetto della verità.
E dei fatti.
Sulla sua richiesta di fornire nomi degli autori e di adottare azioni disciplinari, oltre a stendere un pietoso velo, ci riserviamo il diritto di chiedere l'intervento dell'autorità garante delle comunicazioni.
Auguriamo a lei e al suo cliente un sereno Natale
Elisabetta Di Carlo
direttrice di Certastampa
L'avvocato ha quindi controreplicato
Gent.ma Direttrice,
si prende atto della Sua risposta e, lasciando da parte ogni commento che non giova a un confronto serio e professionale, tralasciando il livore, al pari delle “a” minuscole, si ritiene opportuno soffermarsi, educatamente e senza tono polemico alcuno, esclusivamente su quanto da Lei stessa affermato e che, in più punti, risulta per buona sorte coerente con - e giovare alle - fondate lamentele espresse mio tramite dal Sig. Alessandro Mucciconi.
Lei scrive testualmente che «compito del giornalista è quello di perseguire la verità dei fatti».
È un principio pienamente condiviso e che costituisce notoriamente il fondamento stesso del diritto di cronaca.
Sempre nella Sua nota, Lei evidenzia — anche ricorrendo al rafforzativo carattere maiuscolo — che:
in via Dati vi è stato un incendio in un cantiere (È UN FATTO);
per domarlo sono intervenuti i Vigili del Fuoco (È UN FATTO);
l’impresa operante nel cantiere è la Mucciconi Group (È UN FATTO).
È proprio alla luce di questa ricostruzione che appare evidente la criticità del primo titolo da Voi pubblicato: “Foto/Cantiere in fiamme in via Dati, gli operai stavano bruciando materiale di risulta”, successivamente modificato in “Foto/Fiamme in cantiere in via Dati, prende fuoco materiale di risulta”.
Posto che alcuno intende insegnare il mestiere del Giornalista o dubitare che Lei abbia ben chiaro concettualmente il fine del giornalismo, è tuttavia innegabile che, nel primo titolo, la “verità dei fatti” venisse già orientata e anticipata, attribuendo una condotta specifica agli operai, prima che tale circostanza fosse definitivamente accertata.
La differenza tra i due titoli non è meramente formale, ma sostanziale: nel primo caso si afferma un comportamento; nel secondo si descrive un evento.
Ed è proprio quanto precede che ha generato il disagio e la legittima reazione del mio assistito.
Con spirito costruttivo, mi permetto di osservare che l’empatia — intesa come capacità di immedesimarsi nella posizione dell’altro — rappresenta una qualità preziosa anche nell’esercizio, delicatissimo, del potere di diffusione delle notizie di cronaca.
Nessuno è infallibile e si comprende come, talvolta, la ricerca di immediatezza e di attenzione possa condurre a interpretazioni frettolose dei fatti, più che alla rigorosa ricostruzione degli stessi.
Si rileva, inoltre, che alla comunicazione PEC inviata dallo scrivente non è pervenuta risposta diretta, mentre il suo contenuto è stato pubblicato integralmente sul Vostro sito, seguito, ivi, da una Sua replica.
Pur non contestando tale scelta editoriale, si sarebbe gradito l’avvio di un contraddittorio tramite il canale formale utilizzato, magari prima della pur legittima pubblicazione.
Alla luce di quanto sopra, si chiede che la presente venga a sua volta pubblicata integralmente, per ragioni di correttezza informativa e di par condicio, consentendo ai lettori di avere una visione completa e bilanciata del confronto avutosi.
Si resta fiduciosi che ogni ulteriore aggiornamento sulla vicenda possa essere reso nel rispetto della verità dei fatti.
Nel frattempo, si contraccambiano gli auguri di serene festività, con l’auspicio che il tempo futuro consenta a tutti di esercitare le rispettive professioni con la necessaria calma, perseguendo sempre con rigore e attenzione il proprio compito.
Cordialmente.
Avv. Serafino Di Bonaventura
E noi anche...
Avvocato, come detto e ribadito, non c'è e non c'era alcuna volontà denigratoria nel nostro articolo. Abbiamo raccontato i fatti e le ipotesi, degli organi preposti, sulle cause. Sarà nostra cura seguire con la massima attenzione l'evolversi del lavoro di accertamento e pubblicarne poi gli esiti.
Elisabetta Di Carlo

