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medusa2medusa questore fiore La Polizia di Stato ha sgominato un'organizzazione composta da cittadini italiani e stranieri che dopo aver fatto arrivare l'eroina da Napoli direttamente nella riviera adriatica e nel capoluogo Piceno, provvedeva a spacciarla nelle province di Ascoli Piceno e Teramo. I dettagli dell'operazione, anticipata ieri, sono stati resi noti stamani nel corso di una conferenza stampa dal questore di Ascoli Giuseppe Fiore e dal capo della Squadra mobile Roberto Di Benedetto. Venti le ordinanze cautelari. L'attività d'indagine è partita dopo l'incendio dello chalet 'Medusa', avvenuto il 10 marzo 2014 a San Benedetto del Tronto. Le indagini condotte dalla Mobile e dal Commissariato di San Benedetto hanno permesso di attribuire il rogo a tre extracomunitari che la sera prima era stati cacciati dal locale perché sospettati di spacciarvi droga. Scavando si è capito che i tre, insieme ad altri, avevano messo su un giro di eroina che, proveniente da Napoli veniva immessa sul mercato fra Marche ed Abruzzo. Sei persone, i corrieri dell'organizzazione originari del Togo, Sudan e Tunisia sono state arrestate fra maggio e giugno 2014. Ieri è stata disarticolata la banda che agiva in zona per lo spaccio al minuto. Si tratta di Domenico Palma, un ascolano di 45 anni che gestiva lo spaccio su Ascoli insieme alla compagna Ilaria Fioravanti, di 31 anni. In carcere anche Mauro Di Serafino, 39 anni di Mosciano Sant'Angelo a capo dello spaccio in provincia di Teramo, mentre a San Benedetto agivano Afif Ben Fattoum, tunisino di 40 anni, Khalil Ghezza, di 35, Mohamed Ben Alì, 24, Farid Gabsi, 34, Imed Hamouda, 47, Ousama Fallah, 23, Adel Brahim, 38. In carcere anche Gritet El Medhi, marocchino di 23 anni, Asgar Khan, afgano di 27 e Idris Isahaq, sudanese di 23 anni. Arresti domiciliari per il tunisino Ameur Abdessalem, 49 anni, e per Valentina Brancato, 27 anni, di Agrigento, figlia del carceriere del piccolo Matteo Di Maggio, sciolto nell'acido dalla mafia. La donna da tempo si è stabilita a San Benedetto. L'intera attività ha consentito di sequestrare circa 4 kg di stupefacente che immesso sul mercato avrebbe fruttato ai malviventi 300.000 euro. Altri indagati sono tuttora ricercati. GUARDA IL SERVIZIO