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Sala polifunzionale da posti in piedi oggi in via Comi grazie all'iniziativa Navigare Sicuri. Presente la Polizia Postale che ha indicato rischi e fornito importanti suggerimenti a tutti gli studenti presenti. Oltre 300 studenti delle scuole superiori hanno partecipato questa mattina al seminario di “Navigare sicuri” un progetto interdisciplinare che ha coinvolto undici scuole superiori e che si è conluso oggi, giornata mondiale del Safer Internet Day, con la presentazione di un vademecum che aiuta a riconoscere e ad affrontare i rischi insiti nell’utilizzo della rete e degli strumenti social. Il presidente Renzo Di Sabatino rivolgendosi alla platea di giovani ha ricordato le insidie della “navigazione”: “Oltre a rappresentare una splendida occasione di formazione, crescita e condivisione” , ha detto, si può trasformare in “uno sfogatoio con devianze relazionali causate dal presunto anonimato”. Attenzione, ha sottolineato il Presidente, “perché alcuni comportamenti si configurano come veri e propri reati”. In conclusione si è soffermato su uno degli obiettivi della Provincia “compiere quel grande salto di qualità verso i cittadini e gli utenti attraverso la digitalizzazione delle procedure e dei servizi da compiere insieme ai Comuni”.All’iniziativa, promossa dal gruppo di professionisti Giammaria De Paulis, Francesca Pedicone, Giancarlo De Amicis e Mauro Di Paolo, in collaborazione con l’Unicef, il Corecom e la Provincia di Teramo, è intervenuto anche Gian Mauro Placido: “internet non è un mondo virtuale, quello che fate in rete ha diretti riflessi sulla vita reale” ha dichiarato aggiungendo “autori, vittime e spettatori passivi, non usando i cinque sensi e nascondendosi dietro il pc, hanno l’illusione di trovarsi in un mondo fittizio ma non è così. Tutto ciò che fai in rete diventa pubblico o pubblicale e rintracciabile”. Filippo Lucci, presidente del CORECOM ha sottolineato che “il ruolo positivo della tecnologia per l’informazione, e, dunque, per la crescita e lo sviluppo, passa attraverso il suo buon utilizzo poiché senza regole non c’è libertà né democrazia” Amelia Rubicini, presidente dell’Unicef di Teramo, ha ricordato che, soprattutto per i giovani, “oltre alla legislazione occorre una protezione garantita dalla competenza, dunque, una pedagogia della comunicazione”. Giammaria De Paulis ha risvegliato l’attenzione degli studenti sulla “trappola” del presunto anonimato e sulla grande importanza di “governare lo strumento e non esserne dominati” e, ancora, si è soffermato sulla necessità di comprendere i confini della privacy, per “non diventare noi stessi la breccia che permetta a malintenzionati di entrare nella nostra vita e nelle nostre famiglie”. Il realismo di internet e dei social network, risulta tragicamente evidente in molti episodi drammatici di cronaca e nei troppi casi di suicidio seguiti al cyberbullismo. Giancarlo Di Amico, esperto in sicurezza informatica, ha posto l’accento sulla protezione del computer da attacchi esterni, una “protezione passiva che riguarda la collocazione fisica del nostro pc, e una attiva, attraverso installazione e aggiornamento di sistemi antivirus” Mauro Di Paolo ha raccomandato, sia per la legalità che per la sicurezza, di scaricare applicazioni da store ufficiali, altrimenti “per risparmiare spenderemo troppo, sia per possibili contaminazioni che perché rischieremo il blocco del nostro sistema e il furto d’identità”. Infine, Francesca Pedicone ha esposto i risultati del sondaggio condotto fra 2500 studenti e distribuito ai presenti il vademecum per gestire le situazioni critiche che possono presentarsi: dal furto di identità, alle autorità alle quali denunciare episodi di ciberbullismo, fino agli accorgimenti tecnologici da adottare quando si usano gli strumenti “mobile”. Pina Manente, Digital champion per la città di Teramo: “La rete e le tecnologie digitali sono la grande rivoluzione della nostra epoca, modificano comportamenti sociali, stravolgono modelli produttivi, offrono delle enormi opportunità in termini di condivisione delle conoscenze, costruiscono nuove occasioni di lavoro anche in forma remota e in luoghi impensabili. Rendono più trasparente e democratico il rapporto fra eletti ed elettori e sono alla portata di tutti perché a differenza del passato si possono raggiungere risultati eccezionali con pochissimi investimenti. Possono trasformare il Paese, anche il nostro, ed è questo il messaggio che deve arrivare forte ai ragazzi”.   GUARDA L'INTERVISTA AL DIRETTORE TECNICO DELLA POLPOST GIAN MAURO PLACIDO POLPOST