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banca tercasIl Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Bari ha approvato il progetto di bilancio al 31 dicembre 2018, che verrà sottoposto all’approvazione dei Soci in occasione dell’assemblea confermata per il 29 e 30 giugno prossimi.

Proseguendo nell’approccio già adottato in occasione del bilancio intermedio al 30 giugno 2018, il Consiglio ha deliberato consistenti rettifiche sugli avviamenti, sui crediti non performing e sulle imposte anticipate (DTA), in modo da creare le migliori condizioni per il rilancio del Gruppo, secondo le linee tracciate dal nuovo Piano Industriale 2019-2023 approvato a inizio 2019.

In particolare sono state operate rettifiche nette di valore su attività finanziarie per 202,5 milioni, l’integrale svalutazione degli avviamenti residui (105,9 milioni) e rettifiche sulla fiscalità differita attiva per 74,0 milioni. Queste ultime due rettifiche non hanno impattato sui Fondi Propri e, a seguito delle stesse, le attività per imposte anticipate iscritte nel bilancio consolidato si attestano a 335 milioni (erano 455 milioni a fine 2017), di cui 172,4 milioni convertibili in crediti d’imposta ai sensi della legge 214/2011.

Il bilancio consolidato 2018 del Gruppo Banca Popolare di Bari chiude con una perdita al lordo delle imposte di 287,4 milioni, mentre la perdita netta consolidata si attesta a 372,1 milioni. Il margine di interesse è risultato pari a 201,3 milioni (216,0 nel 2017), le commissioni nette a 169,8 milioni (173,9 nel 2017), le spese amministrative a 333,6 milioni (337,3 nel 2017).

Il Consiglio proporrà all’assemblea dei soci di riportare a nuovo la perdita.

I coefficienti patrimoniali consolidati, a seguito essenzialmente della riduzione dei Fondi Propri determinata dal risultato di esercizio, si collocano a fine 2018 al 7,86% per quanto concerne il CET1 ratio ed il Tier One ratio e al 10,11% per il Total Capital Ratio. Detti valori risultano inferiori agli Overall Capital Requirement (OCR) ratio correnti per il Gruppo, come comunicati nel 2018 da Banca d’Italia, con riferimento al Tier One (OCR pari all’8,828%) e al Total Capital ratio (11,146%).

Il Consiglio di Amministrazione, avvalendosi dell’advisory di Banca IMI, ha già approvato la realizzazione di specifici interventi finalizzati a rafforzare i ratios già prima di poter dare pieno corso al piano di rafforzamento del capitale collegato alla trasformazione in SpA.

 

In tale contesto, è stata deliberata la sottoscrizione di accordi con Glennmont Partners per la cessione di un portafoglio di finanziamenti al settore “energia” e con Christofferson, Robb & Company per un’operazione di capital relief che prevede il trasferimento del rischio di credito su un portafoglio di mutui residenziali ed alle PMI: la Banca ha ricevuto le relative offerte vincolanti delle controparti. Sono inoltre in uno stadio avanzato la cessione di attivi anche partecipativi ed interventi volti ad efficientare gli assorbimenti patrimoniali degli impieghi, ampliando il ricorso a strumenti di garanzia.

Tali iniziative, che verranno rappresentate nel Piano di conservazione del capitale che il Consiglio di Amministrazione provvederà nei prossimi giorni a redigere ed a sottoporre all’Autorità, così come previsto dalla vigente regolamentazione, hanno l’obiettivo di riportare in tempi brevi i ratios su valori superiori alle soglie OCR correnti.

Sono state inoltre approvate – e in buona parte realizzate – misure atte a mantenere su livelli adeguati i coefficienti di liquidità, intendendo conservare il buffer attorno ai 2 miliardi. Gli indicatori di liquidità, sempre al 31 dicembre 2018, si sono collocati su valori superiori alle soglie regolamentari: l’LCR è infatti risultato pari al 148%,l’NSFR al 123%.

Con riferimento ai principali aggregati, a fine 2018 la raccolta complessiva si è posizionata su 13,8 miliardi (9,9 la componente diretta, 3,9 l’indiretta) e gli impieghi a 11,9 miliardi (8,0 verso clientela, 3,9 titoli di debito).

Nel 2018 sono proseguite le iniziative di riduzione dei crediti non performing, in particolare con la strutturazione – assieme ad altre 15 banche locali, in prevalenza Popolari – di una ulteriore cartolarizzazione di NPLs per un valore contabile lordo di 704 milioni per il solo Gruppo BPB, grazie alla quale il rapporto sofferenze nette/impieghi netti è sceso in corso d’anno dal 5,81% al 2,93%.

Con riferimento alla trasformazione in società per azioni, alla luce della perdurante incertezza sulle modalità e le tempistiche di realizzazione della trasformazione in SpA ai sensi della legge 33/2015, la Banca, assistita da qualificati advisor (Rothschild, Gualtieri & Associati, Studio Notarile Marchetti), sta valutando ipotesi alternative di modifica della configurazione societaria, da percorrere in via autonoma per pervenire comunque alla citata trasformazione.

Il Gruppo resta fortemente impegnato nella realizzazione delle iniziative utili a perseguire gli obiettivi di resilienza, efficientamento ed innovazione previsti nel Piano Industriale.

Rimane ferma la volontà di continuare a sostenere le economie dei territori di storico radicamento, in particolare le famiglie e le PMI, ampliando progressivamente la gamma di offerta e rafforzando l’approccio consulenziale.

A seguito della sentenza dello scorso 19 marzo, con la quale il Tribunale dell’Unione Europea ha annullato la decisione della Commissione Europea sulla vicenda Tercas-aiuti di Stato, il Consiglio di Amministrazione, ancora all’unanimità, ha deciso di avanzare richiesta di risarcimento dei rilevanti danni patiti, conferendo specifico mandato a consulenti esterni per supportare la Banca anche nella loro adeguata quantificazione.