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Lavoro, salario, occupazione, equità, giustizia sociale, salute e sicurezza, saranno le parole d’ordine di una mobilitazione nazionale che ha visto oggi i lavoratori scendere in piazza. I metalmeccanici della provincia di Teramo hanno partecipato al corteo di Napoli portando le istanze di un territorio il cui grido di allarme non si fermerà oggi ma continuerà ad essere al centro delle rivendicazioni delle categorie sindacali metalmeccaniche. Sono circa 750, infatti, i posti di lavoro a rischio nell’immediato, in un settore che occupa complessivamente in provincia 8.000 persone. Da un lato vi sono vertenze storiche, come la SELTA di Tortoreto e l’ATR di Colonnella, che da tempo vedono impegnati sindacati e lavoratori in un’aspra battaglia a tutela dell’occupazione, dall’altro diverse aziende, anche di medie dimensioni, cominciano a dare segni di cedimento lasciando presagire un futuro fatto di ammortizzatori sociali e ristrutturazioni. Vi sono poi le incognite legate al settore automotive i cui effetti negativi rischiano di coinvolgere anche l’indotto teramano composto da una quindicina di aziende con circa 2.000 dipendenti.

 

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