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aeroporto_1_original Il 1° agosto Alitalia ha formalmente dato seguito all’accordo quadro dello scorso 13 luglio (non sottoscritto dalla Filt Cgil), avviando le procedure di mobilità per 2171 lavoratori dei quali 2136 sono riconducibili alla stessa Alitalia mentre i restanti 35 sono identificabili tra i tecnici e gli operai abruzzesi che operavano nello scalo pescarese per conto dell’ex AirOne Technic che ha cessato l’attività il 1° maggio del 2011. La notizia è stata resa ufficiale attraverso una comunicazione trasmessa dalla stessa Alitalia alla Fiom di Pescara scrive Franco Rolandi – Segr. Reg.le Filt Cgil Abruzzo, che unitamente alla Filt Cgil Abruzzo garantiranno la massima assistenza e sostegno nei confronti dei lavoratori ingiustamente colpiti. Destino tristemente segnato quindi per i tecnici aeronautici abruzzesi nonostante le tante promesse e le tante rassicurazioni della politica locale e regionale (da parte di tutti gli schieramenti politici) ma quello che è più sconcertante e che giustifica in pieno la decisione della Filt Cgil nazionale di non sottoscrivere con Alitalia e con il Governo il piano sugli esuberi legati all’alleanza Alitalia-Etihad, è che la compagnia di bandiera, puntando sin dall’inizio ai licenziamenti, ha colpito per la seconda volta i propri dipendenti dopo il 2008, calpestando in particolare i lavoratori abruzzesi. Con l’accordo e con l’avviata procedura di mobilità, infatti, è letteralmente saltato l’ammortizzatore sociale conservativo concordato e sottoscritto nel 2011 proprio da Alitalia e che avrebbe consentito ai 35 dipendenti di Airone Technic (e non solo a loro) di beneficiare fino a tutto il mese di maggio 2015 della cassa integrazione che con questo accordo, invece, verrà interrotta sette mesi prima rispetto alla scadenza naturale fissata in sede ministeriale. Per i 35 tecnici e operai abruzzesi altamente qualificati e con capacità concorrenziali rispetto a tutte le altre aziende analoghe a livello europeo, si apre quindi concretamente ed irrimediabilmente lo spettro dei licenziamenti. Anche in questa circostanza non possiamo fare a meno di sottolineare che l’Abruzzo è stato preso di mira giacché a differenza di quanto accadrà per i lavoratori residenti nella Regione Lazio (circa il 95% degli esuberi), non sono stati previsti quegli interventi regionali affinché gli stessi lavoratori possano essere ricollocati presso altre aziende. Alla politica locale e regionale che evidentemente sino ad oggi ed almeno per questa vicenda, non è stata particolarmente attenta nel salvaguardare gli interessi ricadenti nel proprio territorio, la Filt Cgil Abruzzo e la Fiom Cgil di Pescara chiedono di adoperarsi fattivamente per rilanciare l’attività produttiva sfruttando le potenzialità delle attuali infrastrutture come nel caso degli Hangar di manutenzione situati all'interno dell'Aeroporto d'Abruzzo ancora di proprietà Alitalia e lasciati allo stato di abbandono totale ormai da 3 anni. I 35 lavoratori abruzzesi spazzati via da Alitalia e dal Governo meritano la giusta considerazione e una nuova opportunità affinché possano continuare a rappresentare una concreta struttura di supporto all’Aeroporto Internazionale d’Abruzzo. La Regione ha il dovere da un lato di preservare un’attività economica qualificata e qualificante e dall’altro di garantire un futuro occupazionale a questi giovani lavoratori abruzzesi.